20 secondi sotto acqua: perché l'annegamento dei bambini non fa rumore (ma si può evitare)

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(La redazione di fem) Jul 27, 2025 · 2 mins read
20 secondi sotto acqua: perché l'annegamento dei bambini non fa rumore (ma si può evitare)
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Ogni estate le cronache riportano casi di annegamento pediatrico, ma pochi sanno che basta un attimo – e il silenzio. In questo articolo trovate consigli pratici, testimonianze e regole fondamentali per tenere al sicuro i più piccoli ovunque ci sia acqua: mare, piscina o semplicemente vasca da bagno. Dai dispositivi salvavita alla sorveglianza attiva, ecco come possiamo cambiare le statistiche.

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Il grande equivoco sull’annegamento pediatrico: bastano meno di 20 secondi e spesso è silenzioso

L’annegamento nei bambini non assomiglia a quello che si vede nei film. Non ci sono urla, non ci sono schizzi. I più piccoli scompaiono in silenzio sotto il pelo dell’acqua, in media in meno di 20 secondi, a faccia in giù, spesso senza che nessuno se ne accorga. Questo accade perché gli adulti non sanno riconoscere i segnali, come spiega Mirko Damasco, presidente di Salvagente Italia. Ecco perché è fondamentale diffondere consapevolezza.

Bambini e acqua: bisogna prestare attenzione non solo a mare e piscine

Quando si parla di annegamento, si pensa subito a mare e piscine, ma il pericolo può nascondersi ovunque ci sia acqua anche solo alta 20 cm: una piscinetta gonfiabile, la vasca da bagno, perfino una fontana. E spesso, proprio nei contesti considerati più sicuri, si abbassa la guardia. Anche una piccola distrazione può essere fatale.

Come evitare l'annegamento dei bambini

Sorveglianza attiva: la regola del metro

La regola numero uno è: mai lasciare un bambino da solo vicino a uno specchio d’acqua. Ma non basta essere nei paraggi: un adulto deve stare in acqua, a meno di un metro di distanza dal bambino. Non basta “tenerlo d’occhio”, serve attenzione continua, senza distrazioni. Bastano 20 secondi su WhatsApp per non vedere più un bambino che galleggiava accanto a noi.

Ciambelle e braccioli non bastano: i dispositivi davvero sicuri

Molti si affidano a ciambelle e braccioli, ma sono dispositivi di galleggiamento, non antiannegamento. L’unico dispositivo davvero efficace è il giubbotto salvagente, meglio se omologato. Ma neppure questo può sostituire la sorveglianza attiva.

La prevenzione comincia con il nuoto

Far imparare a nuotare i bambini il prima possibile è uno dei principali strumenti di prevenzione. Non devono diventare campioni, ma sapere come galleggiare e muoversi nell’acqua può fare la differenza. Anche in situazioni inattese, può salvarli.

Imparare a salvare: corsi accessibili per tutti

L’educazione alla sicurezza deve iniziare da piccoli. In Italia manca ancora una vera cultura del primo soccorso, per questo Salvagente Italia propone corsi online (anche gratuiti) per insegnare a prevenire e intervenire in caso di annegamento. Il progetto “Salva e previeni Junior” include anche moduli su sicurezza domestica e uso del seggiolino.

Un tema culturale, non solo stagionale

Purtroppo in Italia si parla di annegamento solo d’estate, spesso dopo una tragedia. Ma la prevenzione non va in vacanza. Solo cambiando la percezione del rischio e introducendo il primo soccorso come materia scolastica obbligatoria, possiamo costruire una generazione consapevole e preparata.

20 secondi fanno la differenza