3I/ATLAS sfugge ai telescopi terrestri: saranno le sonde a studiarla

https://www.hdblog.it/tecnologia/articoli/n630348/cometa-3i-atlas-sonde/

HDblog.it Sep 03, 2025 · 2 mins read
3I/ATLAS sfugge ai telescopi terrestri: saranno le sonde a studiarla
Share this

Il passaggio della cometa interstellare 3I/ATLAS sta catturando l’attenzione degli astronomi di tutto il mondo, e forse avremo l'opportunità per verificarne meglio la sua origine, confermando o demolendo definitivamente anche le ipotesi più borderline. Si tratta soltanto del terzo oggetto di origine extrasolare mai identificato nel nostro sistema, dopo ‘Oumuamua e Borisov, e la sua traiettoria lascia pensare che provenga dal “disco spesso” della Via Lattea, una regione popolata da stelle vecchie fino a 7 miliardi di anni. Questo dettaglio lo rende più antico di circa due miliardi e mezzo rispetto al Sole e ai pianeti, trasformandolo in una sorta di capsula del tempo cosmica. Osservarlo significa poter studiare materiale primordiale formatosi in un’epoca in cui la nostra stella non esisteva ancora.

C’è però un problema: quando raggiungerà il perielio, il punto più vicino al Sole, 3I/ATLAS sarà nascosto dietro la stella rispetto alla Terra. I telescopi che finora ne hanno seguito il cammino, dal James Webb Space Telescope al veterano Hubble, non potranno registrare il momento in cui il nucleo, riscaldato al massimo, libererà gas e polveri preziose per comprenderne la composizione. È proprio in questa fase che la cometa svilupperà la coda più estesa e potrebbe anche frammentarsi o dissolversi del tutto.

Per superare l’ostacolo, i ricercatori hanno valutato quali sonde spaziali siano meglio posizionate per dare un contributo decisivo. A sorprendere è che non servono missioni nuove: alcuni veicoli già in viaggio si troveranno in prossimità della traiettoria. La sonda europea JUICE, diretta verso le lune ghiacciate di Giove, sarà in una posizione ideale grazie alla spinta gravitazionale ricevuta da Venere lo scorso agosto. Anche la missione Psyche della NASA, in rotta verso un asteroide metallico, potrà avvicinarsi al passaggio della cometa, così come diversi orbiter attorno a Marte, tra cui Tianwen-1 e il Mars Reconnaissance Orbiter.

Le distanze restano enormi, ma comunque inferiori a quelle da cui la Terra potrà osservare il fenomeno: mentre il nostro pianeta resterà a 269 milioni di chilometri, gli strumenti su Marte saranno a circa 29 milioni, Psyche a 45 milioni e JUICE a 68 milioni. Tutto questo aumenterà le probabilità di ottenere immagini e dati unici. Anche missioni dedicate al monitoraggio solare, come Parker Solar Probe e SOHO, forniranno contributi, seppur con risoluzioni minori.

Gli scienziati non escludono che alcune sonde, come Europa Clipper o Hera, possano persino attraversare la scia della cometa, raccogliendo indirettamente campioni della sua polvere. Sarebbe come aprire un frigorifero rimasto sigillato per miliardi di anni, liberando frammenti di storia galattica.

Il valore scientifico di questa occasione è enorme: se davvero 3I/ATLAS proviene dal disco spesso, potremmo avere tra le mani tracce di un’epoca chiamata “mezzogiorno cosmico”, caratterizzata da un’intensa formazione stellare. Un materiale che oggi osserviamo soltanto in galassie lontanissime, a miliardi di anni luce. Stavolta, invece, il campione passerà letteralmente sotto casa.