Achille Costacurta: «Ho toccato il fondo, ma a Mondello ho imparato ad ascoltarmi»

https://www.alfemminile.com/attualita/achille-costacurta-racconta-la-caduta-e-la-rinascita-a-mondello/

(La redazione di fem) Jul 14, 2025 · 2 mins read
Achille Costacurta: «Ho toccato il fondo, ma a Mondello ho imparato ad ascoltarmi»
Share this

C’è un momento, nella vita, in cui il dolore diventa troppo forte per essere ignorato. In cui serve rallentare, fermarsi, guardarsi dentro. È quello che è accaduto ad Achille Costacurta, oggi ventenne, figlio di due icone dello spettacolo e dello sport italiani, Martina Colombari e Billy Costacurta. In un’intervista intensa e fragile rilasciata a Repubblica Palermo, Achille ha scelto di raccontarsi: senza filtri, senza difese, senza l’armatura del figlio famoso.
La sua è una testimonianza importante. Non solo perché parla apertamente di dipendenze, salute mentale e disagio giovanile, ma anche perché lo fa con la voce di chi ci è dentro, o ci è passato. Una voce che può aiutare altri a non sentirsi soli.

Fedez al Salone del libro: "In Italia la salute mentale non è una priorità"

L’ombra lunga della sofferenza: «Ho fatto uso di sostanze, non stavo bene»

«Ho fatto degli errori». Inizia così il racconto di Achille. Parla dell’uso di sostanze stupefacenti, di serate in cui tutto sembrava sfuggire, di un malessere che non trovava parole. E soprattutto di una sofferenza mentale che lo ha accompagnato per anni, con crisi di ansia, sbalzi d’umore, isolamento.
In una società dove l’apparenza conta più del vissuto, dove tutto è una vetrina, mostrare fragilità è un atto di coraggio. E Achille, con parole semplici, lo fa. Senza romanticizzare la sofferenza, ma raccontandola nella sua cruda realtà.

Il rifugio nel sud: «A Mondello ho iniziato a respirare»

Mondello non è solo una località balneare. Per Achille è stato un rifugio, una rinascita lenta e autentica. «Qui sono rinato», dice. Un luogo dove il tempo rallenta, dove le giornate sono scandite dal suono delle onde e non dalle notifiche.
È qui che ha riscoperto il valore del silenzio, della lentezza, del contatto con sé stesso. Una scelta coraggiosa: allontanarsi da tutto per ritrovare il contatto con la propria interiorità, lontano dagli eccessi, dai giudizi, dalle aspettative.

Il peso del cognome e la fatica di essere “figlio di”

Crescere come figlio di due personaggi pubblici può sembrare un privilegio. Ma spesso è anche una gabbia invisibile. Ogni parola, ogni passo, ogni errore viene amplificato.
Achille non punta il dito contro i suoi genitori, ma riconosce le tensioni, le difficoltà di comunicazione, la distanza. Soprattutto con la madre, Martina Colombari: «Il nostro è un rapporto complicato», ha detto. Senza rabbia, ma con onestà. Un’ammissione che tanti ragazzi possono comprendere: il bisogno di sentirsi visti, ascoltati, accolti — anche quando si sbaglia.

Sbagliare, per poi ripartire

Achille non cerca assoluzioni. Non nega il passato, ma lo accoglie come parte della sua storia. La sua è una voce che parla a chi ha vissuto errori, a chi è caduto, a chi ha avuto paura. «Sto ancora lavorando su me stesso», dice. Nessuna posa da eroe, nessun colpo di scena. Solo una realtà condivisibile: la voglia, giorno dopo giorno, di diventare qualcuno di cui andare fieri.

Un messaggio importante per i giovani (e non solo)