Addio ad A-23A, l'iceberg più grande che resisteva da 40 anni

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HDblog.it Sep 04, 2025 · 2 mins read
Addio ad A-23A, l'iceberg più grande che resisteva da 40 anni
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Dopo quasi quattro decenni di vita, il colosso di ghiaccio A-23A si avvia verso la sua fine. Con i suoi attuali 1.770 chilometri quadrati di superficie e una larghezza massima di 60 chilometri, resta l’iceberg più grande oggi in circolazione. Ma il suo lento e imponente viaggio nel Sud Atlantico sta per concludersi: nelle ultime settimane ha iniziato a perdere frammenti enormi, ciascuno grande quanto la città metropolitana di Bologna, e gli scienziati ritengono che presto non resterà più nulla di compatto.

La sua storia inizia nel 1986, quando si staccò dalla piattaforma di ghiaccio Filchner-Ronne, nel mare di Weddell, regione che prende il nome dalla lettera “A” usata dal National Ice Center per catalogare gli iceberg di quella zona. Rimase bloccato sul fondale marino per ben 34 anni, quasi immobile, fino al 2020, quando riprese a muoversi lungo il “vicolo degli iceberg”, una sorta di corridoio marino che porta i blocchi di ghiaccio verso acque più calde e quindi alla dissoluzione.

Le dimensioni originarie erano ancora più impressionanti: circa 4.000 chilometri quadrati, ossia quasi quanto la superficie del Molise, per trovare un parallelismo italico. Dal 1978 a oggi solo sette iceberg noti hanno superato questa estensione. Per questo la comunità scientifica lo ha osservato a lungo, seguendone gli spostamenti grazie alle immagini satellitari.

Uno degli episodi più curiosi si verificò nell’estate del 2024, quando A-23A rimase intrappolato in un vortice oceanico, ruotando più volte attorno a una montagna sottomarina nei pressi delle isole Orcadi Meridionali. All’epoca misurava quasi 3.900 chilometri quadrati, più dell’intera Valle d’Aosta, e la sua evoluzione divenne oggetto di grande attenzione internazionale. Si temette anche che potesse scontrarsi con l’isola della Georgia del Sud, ricchissima di colonie di pinguini e foche. Uno sbarco del gigante ghiacciato sulle sue coste avrebbe avuto conseguenze devastanti per la fauna, ma fortunatamente si fermò a distanza di sicurezza.

Negli ultimi mesi il destino dell’iceberg si è fatto più chiaro. Allontanandosi sempre più dalle acque fredde dell’Antartide, A-23A ha accelerato la sua corsa verso nord, arrivando a muoversi di 20 chilometri al giorno. Ogni chilometro percorso lo espone a correnti e temperature che accelerano la frammentazione, fino al distacco dei grandi blocchi che ora si disperdono nell’oceano.

La fine di A-23A non è solo la chiusura di una pagina nella storia dei giganti di ghiaccio, ma anche un’occasione per riflettere sulla fragilità dell’ecosistema antartico. Ogni iceberg è un archivio naturale di ghiaccio millenario, che porta con sé tracce della storia climatica del pianeta.