AI Act, Italia in ritardo sulla tabella di marcia | Cosa cambia dal 2 agosto

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HDblog.it Jul 30, 2025 · 2 mins read
AI Act, Italia in ritardo sulla tabella di marcia | Cosa cambia dal 2 agosto
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Mentre il percorso verso una regolamentazione completa dell'intelligenza artificiale in Europa prosegue spedito, l'Italia sembra non riuscire a mantenere il passo, rischiando di mancare un appuntamento prioritario. Il prossimo 2 agosto 2025 rappresenta infatti una data fondamentale nell'implementazione dell'AI Act, il Regolamento europeo destinato a definire le regole del gioco per questa tecnologia, la cui piena applicazione è attesa per l'agosto del 2026.

Tuttavia, il nostro Paese si presenta a questa scadenza con notevoli incertezze, come sottolineato dall'avvocato Olindo Genovese dello studio legale Daverio&Florio, secondo cui è probabile che il termine non venga rispettato.

Il nodo della questione risiede principalmente nell'istituzione di un'Autorità nazionale di controllo, un organo che ogni Stato membro dell'Unione Europea è tenuto a designare entro quella data. Questa entità non sarà una semplice formalità burocratica, ma il fulcro della vigilanza sull'applicazione del regolamento. Dovrà essere dotata di poteri ispettivi, della capacità di irrogare sanzioni e, soprattutto, di risorse umane e finanziarie adeguate per svolgere il proprio compito in coordinamento con le altre autorità europee e con il Consiglio europeo per l’AI.

In Italia, il Disegno di legge sull'intelligenza artificiale, attualmente in discussione parlamentare, individua l'Agenzia per l’Italia digitale (AgID) e l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) come possibili candidati. Il problema è che, ad oggi, nessuna designazione formale è avvenuta e l'iter legislativo del provvedimento appare legato alla legge di Bilancio, suggerendo tempi che potrebbero allungarsi ben oltre la scadenza estiva.

Ma il 2 agosto non porterà novità solo per le istituzioni. La stessa data segna l'entrata in vigore di obblighi specifici e molto concreti per i fornitori di modelli di AI a finalità generali, i cosiddetti "General Purpose AI models". Queste aziende saranno chiamate a un nuovo livello di responsabilità.

Dovranno innanzitutto garantire una maggiore trasparenza sul funzionamento dei loro algoritmi, fornendo documentazione tecnica dettagliata. Sarà inoltre imperativo il rispetto della normativa sul diritto d'autore, un tema da tempo al centro del dibattito. Infine, specialmente per i modelli più avanzati e con un impatto potenzialmente più vasto sulla società, i fornitori dovranno condurre attente valutazioni per identificare e mitigare i rischi sistemici che potrebbero derivarne.

Potremmo dire che si tratta di un primo, tangibile passo per costruire un ecosistema dell'intelligenza artificiale che sia non solo innovativo, ma anche responsabile e armonizzato all'interno del mercato unico europeo.