Condividere referti medici online per ottenere diagnosi o interpretazioni automatizzate può comportare due gravi problemi, ovvero la perdita di controllo sui dati sanitari personali e la possibilità di ricevere risposte non attendibili da sistemi che non sono stati adeguatamente testati, certificati e resi disponibili per scopi medici.
Il Garante invita gli utenti ad agire con cautela e a riflettere prima di caricare esami clinici online, valutando attentamente le informative privacy messe a disposizione dalle varie piattaforme. È fondamentale accertarsi di come verranno trattati i documenti caricati: verranno cancellati dopo l'elaborazione oppure usati per l'addestramento degli algoritmi? La scelta spesso è lasciata agli utenti, ma una valutazione informata è indispensabile per evitare rischi di utilizzo improprio dei dati personali.
L’Autorità ribadisce anche l'importanza, già riconosciuta dal Regolamento europeo sull’AI (qui le novità a riguardo) e dal Consiglio Superiore di Sanità, di garantire una supervisione umana qualificata durante tutto il ciclo di vita dei sistemi di intelligenza artificiale applicati in ambito sanitario. Il parere degli specialisti resta insostituibile, sia per l’elaborazione iniziale, sia per la verifica delle risposte ottenute: l’intervento umano serve infatti a prevenire possibili errori che potrebbero avere conseguenze dirette sulla salute delle persone.
Il tema era già stato affrontato dal Garante nel decalogo sulla realizzazione di servizi sanitari nazionali tramite AI, pubblicato sul finire del 2023 (link in via 2). In quel documento, si sottolineava la necessità di rispettare rigorosamente principi di liceità, trasparenza, sicurezza e valutazione d’impatto nella progettazione e implementazione di sistemi a supporto della diagnostica. In più, il Garante ha colto l'occasione per richiamare sviluppatori e operatori sanitari sui rischi derivanti dalla raccolta di grandi quantità di dati personali in rete per addestrare sistemi di intelligenza artificiale.