Allarme clima: i militari USA tagliano i dati sul ghiaccio marino

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HDblog.it Jul 08, 2025 · 2 mins read
Allarme clima: i militari USA tagliano i dati sul ghiaccio marino
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Il ghiaccio che ricopre i nostri mari è uno degli indicatori più sensibili e cruciali per comprendere lo stato di salute del nostro pianeta. Funziona come un termometro del cambiamento climatico e, allo stesso tempo, come un cuscinetto protettivo che rallenta lo scioglimento dei grandi ghiacciai continentali. Quando questo scudo naturale si riduce, il rischio di un catastrofico innalzamento del livello dei mari si fa un passo più concreto. Ecco perché monitorarlo costantemente non è un semplice esercizio accademico, ma una necessità per prevedere il nostro futuro.

In questo contesto, la recente decisione del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti suona come un campanello d'allarme per l'intera comunità scientifica. È stato annunciato che il centro meteorologico e oceanografico della Marina statunitense, il Fleet Numerical Meteorology and Oceanography Center, cesserà di elaborare e fornire in tempo reale i dati sul ghiaccio marino agli scienziati. Questa interruzione colpirà direttamente il cuore della ricerca sul clima, in particolare gli specialisti del National Snow and Ice Data Center (NSIDC) dell'Università del Colorado, Boulder.

Finora, questi ricercatori hanno fatto affidamento sui dati provenienti dal sensore SSMIS (Special Sensor Microwave Imager/Sounder), montato a bordo dei satelliti del programma meteorologico della United States Air Force. Questo strumento a microonde è fondamentale per mappare la copertura di ghiaccio su terra e mare.

La decisione, inizialmente prevista per fine giugno, è stata posticipata alla fine di luglio in seguito alle immediate proteste della comunità scientifica, ma la sostanza non cambia. I ricercatori verranno privati di un flusso di informazioni vitale. Sebbene il Dipartimento della Difesa utilizzi questi dati per le proprie necessità logistiche, come la pianificazione delle rotte delle sue navi, la condivisione con il mondo scientifico è sempre stata una prassi consolidata, almeno fino ad ora. Questa mossa si inserisce in un contesto più ampio di tagli al budget e di pressioni sulla ricerca scientifica negli Stati Uniti, che minaccia di indebolire la nostra capacità di monitorare e rispondere alle emergenze climatiche.

Dal punto di vista puramente scientifico, lasciare gli studiosi "ciechi" di fronte a uno dei più significativi indicatori del cambiamento climatico è una scelta preoccupante. Ma le implicazioni non sono solo accademiche: conoscere l'estensione dei ghiacci ha anche un valore commerciale, permettendo alle navi cargo di identificare rotte più brevi e sicure attorno al polo nord.

Fortunatamente, non tutto è perduto. Esiste un'alternativa: un satellite dell'Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA), chiamato Shizuku. A bordo di questo satellite si trova uno strumento, l'AMSR-2, che svolge un compito molto simile a quello del sensore americano. I ricercatori dell'NSIDC, forse prevedendo la stretta del Dipartimento della Difesa, stavano già valutando il passaggio a questa fonte di dati giapponese. Tuttavia, la transizione non sarà indolore né immediata. Sarà necessario del tempo per calibrare i nuovi strumenti e allineare i sistemi, un processo che inevitabilmente creerà un "buco" di diversi mesi nell'archivio dati.