I vostri livelli di energia sono una continua montagna russa? Amazfit vi viene in soccorso con una nuova funzione decisamente interessante: BioCharge Energy, come suggerisce il suo nome, monitora l'andamento dei livelli di energia 24 ore su 24, fornendo uno strumento formidabile per capire quando e come allenarsi al meglio.
E' disponibile sulla Helio Strap, il nuovo tracker dell'azienda sprovvisto di schermo (e quindi perfetto per chi cerca una soluzione più discreta di uno smartwatch).
Il dispositivo combina una vasta gamma di parametri, tra cui qualità e quantità del sonno, frequenza cardiaca a riposo, variabilità della frequenza cardiaca, stress e carico fisico (inclusi i passi al lavoro) per restituire un punteggio che cresce o cala di minuto in minuto Insomma, a differenza del Readiness Score, altra funzione dei device Amazfit, non si tratta di un dato statico, che viene assegnato al risveglio senza mai essere aggiornato, ma di un dato interattivo e variabile.
In questo modo, l'utente può pianificare meglio la sua attività e sa perfettamente quando spingere in palestra o quando concedersi una sessione tecnica ad intensità minore.
Se siete affezionati agli altri indicatori dell'ecosistema Amazfit, nessuna paura: il nuovo bioCharge Energy non sostituisce, ma si limita ad integrare tutte le altre funzioni smart. Dunque, chi corre regolarmente può ancora affidarsi a VO₂ max, HRV, carico di allenamento settimanale e forma sui quarantadue giorni per calibrare il piano. Semplicemente, ora ha una risorsa preziosa in più.
E' la stessa Amazfit a fornire alcuni consigli utili per leggere correttamente i dati del tracker e prepararsi al meglio. Ad esempio, se l'HRV è alta ma l'energia è bassa, sarebbe opportuno concentrarsi su ripetute più brevi e leggere, preservando la qualità dell'esercizio senza però aggravare lo stress. Viceversa, se l'energia è alta ma i muscoli sono affaticati, vale sempre la stessa regola: meglio ridurre il carico e puntare su un allenamento più tranquillo ma non per questo meno efficace. Non si tratta di scuse per saltare gli allenamenti - ci spiega la stessa azienda -, ma semmai di un modo per ascoltare meglio il nostro corpo e renderli ancora più efficienti.
In poco tempo, imparare a leggere questi segnali permette di allenarsi con maggiore consapevolezza e costanza. Il vero progresso nasce dall’ascolto: dei dati, e di sé stessi
si legge nel comunicato di Amazfit.