Un colpo di scena giudiziario ha alleggerito il peso della più grande sanzione mai inflitta in Italia a una big tech americana. Il Tribunale amministrativo del Lazio ha infatti deciso di ridurre la multa da 1,13 miliardi di euro comminata ad Amazon nel 2021 dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), che aveva accusato il colosso dell’e-commerce di abuso di posizione dominante nel settore della logistica.
Il verdetto non cancella le responsabilità individuate dall’Antitrust, che aveva contestato alla società di Jeff Bezos di aver limitato la concorrenza privilegiando il proprio servizio di consegne rispetto a operatori terzi. Tuttavia, i giudici hanno accolto in parte l’appello di Amazon, sostenendo che l’Autorità non avesse motivato in maniera sufficiente l’aggiunta di un incremento discrezionale del 50% sull’importo della sanzione. Eliminando questa maggiorazione, la cifra finale scende a circa 750 milioni di euro, quasi 380 milioni in meno rispetto alla somma iniziale.
Nel comunicato ufficiale, il tribunale non ha indicato l’esatta quantificazione della nuova multa, ma il calcolo è stato fatto da Reuters, che per primo ha diramato la notizia. Resta dunque un conto salato per Amazon, anche se sensibilmente ridimensionato rispetto all’ammontare record del 2021, che all’epoca aveva rappresentato una delle più dure sanzioni comminate a una multinazionale statunitense in Europa.
L’azienda ha espresso soddisfazione parziale per la decisione, ribadendo la volontà di continuare a difendere la propria posizione. “Più della metà delle vendite annuali su Amazon Italia proviene da piccole e medie imprese”, ha sottolineato il gruppo, ricordando che oltre 20.000 realtà italiane utilizzano la piattaforma, anche con sistemi di spedizione indipendenti. La compagnia ha rimarcato inoltre gli investimenti in corso per favorire la crescita dei venditori locali, cercando di smarcarsi dall’immagine di monopolista che l’Antitrust le ha contestato.
In ogni caso, per Amazon la partita non è ancora chiusa del tutto. L’azienda potrà proseguire la propria battaglia legale, mentre le autorità di regolazione europee continuano a mantenere alta l’attenzione sul ruolo delle big tech nei mercati digitali e logistici.