Andrea Bajani vince il Premio Strega 2025 con L'anniversario: la forza di recidere i legami tossici (anche quando sono la tua famiglia)

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(La redazione di fem) Jul 04, 2025 · 4 mins read
Andrea Bajani vince il Premio Strega 2025 con L'anniversario: la forza di recidere i legami tossici (anche quando sono la tua famiglia)
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Il Premio Strega 2025 va ad Andrea Bajani con L’anniversario, un romanzo che affronta uno dei tabù più profondi: rompere i rapporti con la propria famiglia. Un racconto lucido e commovente, che mette in scena l’oppressione silenziosa e il coraggio di dire basta.

La letteratura: uno strumento per parlare di corpi

Il vincitore del Premio Strega 2025

Andrea Bajani si aggiudica la 79a edizione del Premio Strega con L'anniversario, edito da Feltrinelli. Con 194 voti, supera nettamente gli altri finalisti: Elisabetta Rasy, Nadia Terranova, Paolo Nori e Michele Ruol. Il romanzo aveva già vinto il Premio Strega Giovani, confermandosi il favorito della vigilia.

L'anniversario: il romanzo della rottura definitiva con una famiglia dolorosa

L'anniversario è un racconto tagliente e silenzioso di una separazione radicale. Il protagonista, dopo dieci anni di silenzio, ricorda l'ultima volta che ha visto i genitori: un addio definitivo. La voce narrativa non cerca vendetta, ma restituisce una verità dolorosa con toni sobri e chirurgici. Bajani esplora la possibilità di dire no, di spezzare catene familiari quando diventano insostenibili.

No-contact: la fuga come diritto da un padre-padrone e una madre complice

Il no-contact è un fenomeno che ha caratterizzato le ultime generazioni, una scelta consapevole e legittima di dire basta senza il ricatto del legame di sangue. Bajani racconta con fermezza la necessità di proteggersi: da un padre autoritario e violento, da una madre complice nella sua sottomissione. La casa borghese, in apparenza perfetta, è in realtà un microcosmo di patriarcato tossico. La violenza è sottile, fatta di silenzi, giudizi, manipolazione.

Di cosa parla L'anniversario? Il padre, la madre e il peso della normalità apparente

Nel romanzo il padre emerge come figura opprimente, autore di violenze fisiche e soprattutto psicologiche. La madre, che inizialmente sembra solo vittima, rivela gradualmente la sua ambigua complicità. In questo sistema familiare la normalità è solo di facciata, mentre dentro le mura si consuma una quotidianità fatta di paura, dovere e repressione.

La scrittura di Bajani: dalla cronaca personale alla riflessione collettiva

Lo stile di Bajani è essenziale, controllato, quasi gelido, eppure capace di far emergere emozioni profonde. Emmanuel Carrère ha parlato di una "voce scandalosamente calma". Questo distacco permette al lettore di entrare in una dimensione intima e riflessiva, dove il dolore non viene spettacolarizzato ma riconosciuto.

L’autore non cede mai alla tentazione dell’autobiografismo sterile. Anche se L’anniversario ha toni da autofiction, Bajani costruisce un testo universale, capace di parlare a chiunque si sia sentito imprigionato in ruoli familiari imposti. Il romanzo è anche una riflessione sul potere della memoria, sul bisogno di rileggere il proprio passato per potersi davvero liberare.

Il risultato è un libro breve – solo 128 pagine – ma denso, chirurgico, spietatamente onesto.

Biografia di Andrea Bajani: ecco chi è il vincitore del Premio Strega 2025

Andrea Bajani, nato a Roma nel 1975, vive tra Torino e Parigi. Autore di romanzi, poesie, reportage e testi teatrali, ha vinto numerosi premi letterari. Esordisce nel 2002 con Morto un papa, ma è con Se consideri le colpe (2007) che si afferma nel panorama letterario, vincendo il Super Mondello, il Brancati e il Premio Lo Straniero. Con Ogni promessa ottiene il Premio Bagutta 2011. Finalista allo Strega 2021 con Il libro delle case. Collabora con numerose testate italiane e internazionali.

Le altre opere di Bajani

Oltre a L’anniversario, i lettori possono riscoprire i suoi titoli precedenti, come Cordiali saluti, racconto beffardo sul mondo del lavoro e la disumanizzazione aziendale. Oppure Mi riconosci, riflessione sul rapporto con Pier Vittorio Tondelli, o ancora La vita non è in ordine alfabetico, raccolta di brevi prose sulla quotidianità.

La serata finale: Ninfeo, tensioni e assenze

La premiazione si è svolta al Ninfeo di Villa Giulia a Roma. Presenti Pino Strabioli, Anna Foglietta e Filippo Timi, con momenti performativi e omaggi a Pasolini e alla letteratura come strumento di verità. Assente il ministro della Cultura Alessandro Giuli, al centro di polemiche nei giorni precedenti per il mancato invio dei libri. Il futuro del Premio Strega potrebbe spostarsi a Cinecittà per l'80esima edizione.

Gli altri finalisti e le loro opere: secondo e terzo posto per le donne in gara

  • Elisabetta Rasy, Perduto è questo mare (Rizzoli): un romanzo intimo che unisce memoria e letteratura attraverso la figura di Raffaele La Capria.

  • Nadia Terranova, Quello che so di te (Guanda): una potente indagine sul trauma familiare e la reclusione psichiatrica della bisnonna.

  • Paolo Nori, Chiudo la porta e urlo (Mondadori): un ibrido tra poesia e racconto, che restituisce la voce di Raffaello Baldini.

  • Michele Ruol, Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia (TerraRossa): romanzo d'esordio sull'elaborazione del lutto e la memoria degli oggetti.

Un’edizione del Premio Strega all’insegna della famiglia. Tutti i romanzi in gara, in modi diversi, hanno affrontato il tema della famiglia: un segno dei tempi, ma anche una testimonianza del bisogno di raccontare nuove forme di relazione e frattura.

La forza di chi sceglie di salvarsi