La pillola anticoncezionale maschile non ormonale è un farmaco in fase di sperimentazione che andrà a inibire (temporaneamente, per carità) la fertilità maschile senza l'uso di ormoni. A differenza di molte pillole anticoncezionali femminili che interferiscono con i livelli di estrogeni e progesterone, nella sua formulazione più recente, la pillola per i maschi agisce bloccando una proteina chiave coinvolta nella produzione o mobilità degli spermatozoi, impedendo così la fecondazione in modo reversibile e sicuro.
"L'uomo è violento perché ha perso virilità”: scontro in aula per l'assurda tesi del consigliere FdILa fase 1 degli studi ha già mostrato risultati promettenti in termini di sicurezza e tollerabilità: ora si sta valutando l’efficacia nel lungo periodo. Perché finora la contraccezione è stata responsabilità quasi esclusiva delle donne? Le prime ricerche sulla contraccezione si sono concentrate sul corpo femminile, soprattutto dagli anni Sessanta con la "pillola" e gli investimenti in metodi maschili sono stati scarsi e spesso interrotti per "mancanza di interesse di mercato". Inoltre c’è un clima di sfiducia verso l'affidabilità maschile in tema di contraccezione, anche all’interno delle coppie. Ma soprattutto esiste un pregiudizio secondo cui la fertilità maschile non va “toccata” per non intaccare la virilità o la mascolinità.
Ed ecco perché crediamo che i maschi non la prenderanno
Siamo forse di fronte a una delle più importanti rivoluzioni nel campo della contraccezione, sia di natura medica che culturale: è in corso la fase due della sperimentazione sulla prima pillola anticoncezionale maschile non ormonale, un farmaco che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui pensiamo alla responsabilità riproduttiva. E non si tratta solo di una questione scientifica, ma anche – e soprattutto – culturale. Per la prima volta, la scienza propone un metodo contraccettivo maschile che non agisce sugli ormoni, evitando così i potenziali effetti collaterali legati a squilibri endocrini. Questione sulla quale, peraltro, le donne hanno sorvolato tale e tanta è stata la voglia di liberarsi dall'ingombro di gravidanze indesiderate. Ma andiamo avanti.
Il farmaco, secondo quanto emerge dagli studi preliminari, blocca in modo temporaneo e reversibile la funzione degli spermatozoi, impedendone la motilità o la produzione. Una volta interrotta l’assunzione, la fertilità maschile torna alla normalità. Un approccio che definiamo discreto, efficace e con un impatto minimo sul corpo: qualità necessarie se vogliamo che veramente i maschi le prendano, dal momento che non si fanno carico delle gravidanze non hanno implementato il software della paura di rimanere incinti. E infatti, nonostante l’eleganza della soluzione scientifica, i veri ostacoli non sono nei laboratori, ma nella società. Da decenni – anzi da sempre – la responsabilità della contraccezione grava quasi interamente sulle donne.
Le ragioni sono molteplici: biologiche, storiche, ma soprattutto culturali. Biologicamente, è stato sempre considerato più semplice intervenire sull’ovulazione femminile (una volta al mese, pochi giorni) piuttosto che sulla produzione massiva e continua di spermatozoi. Ma questa visione ha finito per radicarsi in un’abitudine sociale: la contraccezione è una “faccenda da donne” anche perché una gravidanza impatta esclusivamente sulle donne sul piano fisico e mentale e praticamente anche sul piano sociale.
Per la pillola dei maschi anni di studio, noi abbiamo ingoiato qualsiasi cosa
Al netto di pratiche mortali come alcuni prototipi di spirale che hanno finito per ucciderci, le donne sono state per anni le uniche a sopportare gli effetti collaterali dei contraccettivi ormonali: sbalzi d’umore, aumento di peso, calo del desiderio sessuale, rischi cardiovascolari. Sono loro che si sottopongono a visite ginecologiche regolari, che portano il peso psicologico della pianificazione riproduttiva e che spesso vengono giudicate irresponsabili se una gravidanza arriva “inaspettata”.
Nel frattempo, le soluzioni maschili si sono ridotte a due sole opzioni: preservativo o vasectomia. La prima, spesso vissuta come un fastidio e un impedimento anche con delle scuse surreali ("non mi entra", sì ciaone) e la seconda, troppo definitiva per la maggior parte degli uomini anche quelli che giurano di non volere figli (il problema è la storia della virilità, non della paternità: nessuno tocchi il loro pene!). Non ci sorprenderemo, quindi, se non saranno entusiasti nemmeno di questo nuovo metodo e che di conseguenza gli studi sui contraccettivi maschili siano stati nel tempo rallentati o addirittura abbandonati. Gli uomini, la pillola, non la prenderebbero.
Eppure, se davvero questa pillola arriverà sul mercato, sarà una sfida aperta alla mascolinità tradizionale: accettare di intervenire sulla propria fertilità, assumersi una parte attiva nel controllo delle nascite, essere finalmente corresponsabili. Sarà anche una prova per le relazioni di coppia, che potranno fondarsi su una nuova fiducia e una nuova equità.