Apollo 17, quel piccolo frammento lunare che cambia tutto

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HDblog.it Oct 01, 2025 · 2 mins read
Apollo 17, quel piccolo frammento lunare che cambia tutto
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Un piccolo frammento di roccia raccolto più di cinquant’anni fa dagli astronauti di Apollo 17 potrebbe cambiare radicalmente ciò che sappiamo sulla storia primordiale della Luna e, di riflesso, sull’evoluzione dell’intero Sistema solare. La roccia, catalogata con il numero 76535, è stata analizzata di nuovo grazie a simulazioni avanzate condotte dal Lawrence Livermore National Laboratory in California e i risultati hanno sorpreso gli stessi scienziati.

Il campione presenta una composizione chimica che indica un’origine profonda, a circa 50 chilometri sotto la superficie lunare. Le analisi radioisotopiche datano la sua permanenza in superficie a circa 4,25 miliardi di anni fa. Questo dato suggerisce che il Mare Serenitatis, il bacino in cui Apollo 17 atterrò nel 1972, si sia formato almeno 300 milioni di anni prima di quanto stimato fino a oggi. Una differenza enorme che, se confermata, costringerebbe a rivedere l’intera cronologia degli impatti planetari nei primi tempi del Sistema solare.

Per decenni si era ipotizzato che la roccia fosse stata sollevata dal gigantesco impatto che ha scavato il bacino del Polo Sud-Aitken, il più grande cratere della Luna. Ma questo scenario presentava alcune incongruenze: il campione non mostra tracce di shock o segni tipici di una violenta espulsione. Inoltre, appare difficile immaginare un viaggio indenne di un frammento dalla faccia nascosta a quella visibile della Luna. Le nuove simulazioni hanno offerto una spiegazione più semplice e convincente: il campione 76535 si sarebbe formato e sollevato in loco, proprio durante l’impatto che diede origine al Mare Serenitatis.

Secondo i modelli, nella fase finale di un grande impatto, il fondo del cratere può collassare per effetto del calore estremo, spingendo enormi volumi di materiale in superficie. In questo processo, rocce provenienti dagli strati profondi possono risalire senza subire traumi eccessivi. Questo meccanismo spiegherebbe perché il frammento non mostra i segni di un’espulsione violenta ma conserva la sua struttura originaria.

Le implicazioni vanno ben oltre la Luna. Poiché la sua superficie priva di atmosfera viene usata dagli astronomi come un “calendario cosmico” per ricostruire i tassi di impatti avvenuti anche su Terra, Marte e Venere, una revisione delle età dei bacini lunari comporterebbe una correzione delle cronologie di tutto il Sistema solare interno. “Se anticipiamo la formazione del Mare Serenitatis, allora anche altri bacini potrebbero essere molto più antichi di quanto ritenuto”, ha spiegato il coordinatore dello studio, Evan Bjonnes. “E questo sposta indietro la tempistica dei grandi bombardamenti che hanno modellato i pianeti, compresa la Terra”.

Capire quando siano avvenuti i principali impatti è fondamentale per comprendere l’ambiente in cui la vita ha fatto i primi passi sul nostro pianeta. Se i bombardamenti catastrofici sono avvenuti prima del previsto, la Terra potrebbe aver avuto un periodo di relativa stabilità più precoce, favorevole all’origine della vita.

Con il ritorno degli astronauti previsto nei prossimi anni, la Luna offrirà nuove opportunità per raccogliere campioni analoghi e verificare direttamente queste ipotesi.