Apple chiede all'UE l'abrogazione del DMA: "peggiora l'esperienza e crea nuovi rischi"

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HDblog.it Sep 25, 2025 · 7 mins read
Apple chiede all'UE l'abrogazione del DMA:
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Il Digital Markets Act (DMA), il regolamento antitrust europeo adottato nel 2022 che ha iniziato a trovare applicazione effettiva a partire dal 2 maggio 2023, è al centro di un nuovo e durissimo scontro tra Bruxelles e la società di Cupertino. In base a questa normativa pensata per limitare il potere delle grandi piattaforme digitali, l’Unione Europea ha già multato Apple più volte: 570 milioni di dollari per pratiche scorrette nei confronti dei consumatori, 2 miliardi di dollari per abuso di posizione dominante e 500 milioni di euro lo scorso aprile per aver impedito agli sviluppatori di comunicare liberamente con i clienti e proporre offerte alternative fuori dall’App Store.

Oggi, nel pieno della fase di consultazione avviata da Bruxelles per valutarne l'impatto, Apple ha deciso di attaccare frontalmente la normativa, chiedendone l'abrogazione. In un documento di 25 pagine inviato alla Commissione europea e accompagnato da un post pubblico, la società sostiene che il DMA stia peggiorando l'esperienza degli utenti in Europa, li esponga a rischi inediti e comprometta l'integrazione dei dispositivi. "Il DMA dovrebbe essere abrogato e sostituito con uno strumento legislativo più adeguato", si legge nel comunicato, aggiungendo che, se non verrà ritirato, l'applicazione della legge dovrebbe almeno essere affidata a un'agenzia europea indipendente, non alla Commissione stessa.

LA REVISIONE DEL DMA E LE ACCUSE DI APPLE

La presa di posizione arriva nel pieno della prima revisione formale del DMA, a tre anni dall'approvazione e a 18 mesi dall'applicazione concreta, avviata nel marzo 2024. La consultazione pubblica si è chiusa il 24 settembre 2025, con la Commissione che dovrà ora presentare un rapporto al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale entro il 3 maggio 2026, e nuove revisioni previste ogni tre anni.

Apple sostiene che la Commissione abbia usato il DMA come "un'arma", con un atteggiamento definito "persistente e avversariale" nei suoi confronti, e che le regole siano state applicate in modo sproporzionato solo contro Apple. L'azienda afferma che l'esecutivo europeo sia stato "altamente ricettivo a pressioni esterne", citando esplicitamente agende politiche e il ruolo di concorrenti come Spotify, che domina il mercato musicale europeo e avrebbe influenzato le decisioni regolatorie a proprio vantaggio. Secondo la società di Cupertino, le sanzioni inflitte a Apple Music non hanno senso, poiché il servizio non ha quote paragonabili al leader del settore, e finiscono per rafforzare solo i rivali senza portare benefici reali ai consumatori.

Nell'elenco dei gatekeeper individuati dalla Commissione figurano sette aziende: Alphabet, Amazon, Apple, Meta e Microsoft dagli Stati Uniti, ByteDance dalla Cina e Booking.com con sede nei Paesi Bassi. Apple osserva però di essere l'unica realmente costretta a condividere le proprie tecnologie e la propria proprietà intellettuale senza alcuna compensazione.

FUNZIONI BLOCCATE E RITARDI TECNOLOGICI

Apple ribadisce che il DMA ha già costretto a rinviare o cancellare l'introduzione di nuove funzioni in Europa. Tra queste, la Traduzione in tempo reale con AirPods, disponibile negli Stati Uniti ma non nell'UE perché dovrebbe funzionare anche su dispositivi non Apple, il mirroring dell'iPhone su Mac, che Bruxelles pretende compatibile anche con computer di altre aziende, e funzioni di Mappe come Luoghi visitati e Itinerari preferiti, bloccate perché la società di Cupertino ritiene impossibile aprirle a terzi senza compromettere i dati sulla posizione degli utenti. Anche Live Activities su Mac non è stata rilasciata nell'UE, poiché la Commissione esige che simili innovazioni siano disponibili immediatamente anche ai concorrenti.

Secondo Apple, questo approccio è irragionevole e in alcuni casi impossibile, dal momento che l'azienda ha sempre introdotto le funzioni nei propri prodotti per poi aprirle progressivamente agli sviluppatori tramite API. Imporre che siano disponibili da subito anche ai rivali rappresenta un onere sproporzionato per i team di ingegneri e un vincolo che, sottolinea l'azienda, non viene applicato a nessun'altra società.

APP STORE PIÙ FRAMMENTATO E MENO SICURO

Un fronte particolarmente critico riguarda l'App Store. La società di Cupertino denuncia che il DMA, imponendo sideloading, marketplace alternativi e sistemi di pagamento esterni, abbia trasformato l'esperienza in Europa in qualcosa di più frammentato e meno sicuro. Gli utenti, sostiene l'azienda, si trovano esposti a truffe bancarie tramite app false, a malware camuffati da giochi e a sistemi di pagamento opachi con commissioni elevate e senza garanzie di rimborso.

Apple osserva inoltre che la frammentazione in più store, ciascuno con regole e interfacce diverse, rende più difficile capire a chi attribuire la responsabilità in caso di problemi. Per la prima volta sugli iPhone europei sono comparse applicazioni che Apple aveva sempre vietato, come quelle pornografiche e di gioco d'azzardo, con il caso emblematico di Hot Tub, app annunciata da AltStore e giudicata rischiosa soprattutto per i minori.

A giugno 2025. Apple ha modificato regole e commissioni dell'App Store europeo per conformarsi a un ordine dell'antitrust UE, ma sottolinea che queste aperture hanno indebolito un modello pensato per essere sicuro, verificato e protetto, con controlli uniformi per tutti gli sviluppatori e strumenti per le famiglie.

PRIVACY, ACCESSO AI DATI E DISPARITÀ DI TRATTAMENTO

La questione più delicata resta la privacy. Apple accusa il DMA di costringerla ad accettare richieste di accesso ai dati degli utenti anche quando ciò comporta rischi gravi. Viene citato l'accesso ai contenuti delle notifiche, incluse comunicazioni private come messaggi ed email, e alla cronologia delle reti Wi-Fi utilizzate, che può rivelare spostamenti sensibili come visite a ospedali o tribunali.

Secondo l'azienda, grandi realtà come Meta avrebbero chiesto anche l'accesso a tecnologie come AirPlay, CarPlay, dispositivi Bluetooth e iPhone Mirroring, con l'obiettivo di aggirare strumenti come l'App Tracking Transparency e proporre pubblicità mirate. "Grandi aziende continuano a inviare nuove richieste per raccogliere ancora più dati, mettendo così gli utenti europei a rischio notevolmente maggiore di sorveglianza e tracciamento", scrive Apple, aggiungendo che la Commissione ha respinto le misure di protezione proposte e non considera la privacy una giustificazione valida per limitare tali richieste.

Apple ammette che "non è possibile risolvere tutti i problemi che il DMA crea" e denuncia che le regole, interpretate e modificate di continuo dalla Commissione, rendono quasi impossibile capire come conformarsi. Le sanzioni vengono definite "arbitrarie" e "applicate in modo disomogeneo", con effetti che possono produrre danni irreversibili agli utenti prima ancora che i tribunali si pronuncino.

LA REPLICA DI BRUXELLES E IL PESO POLITICO

La Commissione europea difende l'impianto del DMA, ricordando che "la conformità non è opzionale, è un obbligo" e che i gatekeeper devono garantire l'interoperabilità con dispositivi e servizi di terze parti. Secondo Bruxelles, le regole non mirano a colpire le aziende americane ma si applicano in modo neutrale a tutte le piattaforme designate. I choice screens per browser e motori di ricerca vengono citati come esempi concreti di obblighi necessari a garantire più opzioni ai cittadini europei.

Il confronto ha inevitabili riflessi politici. A fine agosto, il presidente Donald Trump ha minacciato di imporre "dazi sostanziali aggiuntivi" ai Paesi che applicano legislazioni giudicate discriminatorie verso le aziende americane, comprese il DMA, il Digital Services Act e l'AI Act. Apple, come altre Big Tech statunitensi, beneficia di questa copertura politica, mentre dall'altra parte Bruxelles ribadisce che il DMA è stato concepito per tutelare il mercato europeo e i consumatori.

L'APPELLO FINALE DI APPLE

Apple conclude la propria memoria affermando che il DMA non favorisce i mercati, ma li rende meno dinamici, creando più barriere e peggiorando l'esperienza degli utenti. "Col tempo è diventato chiaro che il DMA non sta aiutando i mercati. Sta rendendo più difficile fare business in Europa", scrive l'azienda. La società di Cupertino sostiene che la legge favorisca soltanto concorrenti già consolidati, che mirano a raccogliere più dati o a ottenere gratuitamente tecnologie sviluppate da altri.

Pur continuando a lavorare per portare le nuove funzioni in Europa, Apple ribadisce che le condizioni attuali sono insostenibili.

"Riteniamo che i nostri utenti in Europa meritino di avere l'esperienza migliore con la nostra tecnologia, con gli stessi standard che offriamo nel resto del mondo. Poterla offrire è il motivo per cui continueremo a lottare".