Se scriviamo di Apple Store, siamo abituati a parlare di nuove aperture, come quella recente di Umeda, in Giappone. Nelle ultime settimane però sono già due le notizie che escono dal seminato: dopo quella del punto vendita di New York imbrattato per protesta a inizio mese, infatti, ora ne arriva una che riguarda la Cina. Secondo quanto riferito da Bloomberg, il colosso di Cupertino ha deciso di chiudere per la prima volta un Apple Store sul territorio cinese. In particolare, stiamo parlando del negozio situato presso il Parkland Mall di Dalian City, nel Nord-Est del paese, con la cessazione dell'attività fissata per il 9 agosto.
Apple ha inoltre assicurato che i dipendenti dello store di Dalian avranno l’opportunità di essere ricollocati in altri punti vendita della regione. Il negozio Apple Olympia 66, sempre a Dalian, resterà operativo e si trova a circa 10 minuti di distanza dal Parkland Mall.
Il contesto globale resta complesso: Apple sta simultaneamente espandendo e ridimensionando la sua rete retail. In India ha affittato uno spazio di 230 m² a Bengaluru, negli Stati Uniti aprirà a Detroit, nel Regno Unito ha inaugurato a Solihull e Osaka. Parallelamente, però, lascerà Westfield Hornsby in Australia (fine 2025) e Partridge Creek in Michigan (16 agosto), oltre allo store di Bristol, che chiuderà i battenti proprio il 9 agosto come quello di Dalian.
L’annuncio di Dalian è simbolico: segna la prima ritirata cinese dopo anni di crescita. Eppure, con oltre 50 store nel Paese e piani per 50 aperture e ristrutturazioni mondiali entro il 2027, la strategia sembra conservarsi solida anche a dispetto delle recenti e crescenti tensioni geopolitiche. La chiusura di un singolo punto vendita non sembra destinata ad innescare alcun effetto domino né ad intaccare l’impegno in un mercato cruciale, ma ricorda che anche i giganti del settore devono adattarsi alle evoluzioni del mercato intervenendo anche su piccole caselle di uno scacchiere globale.