I dazi doganali imposti dall'amministrazione Trump stanno avendo un impatto finanziario significativo su Apple. Durante la presentazione dei risultati fiscali avvenuta ieri, il CEO Tim Cook ha dichiarato che l'azienda prevede un costo aggiuntivo di ben 1,1 miliardi di dollari nel trimestre che si concluderà a settembre, per via dei dazi.
Cook ha inoltre rivelato che, nel trimestre appena concluso (aprile-giugno), Apple ha già sostenuto costi per circa 800 milioni di dollari a causa dei dazi, una cifra leggermente inferiore ai 900 milioni che l'azienda aveva previsto a maggio. "La maggior parte dei dazi che abbiamo pagato", ha specificato Cook, "erano quelli legati all'IEEPA (International Emergency Economic Powers Act) che hanno colpito all'inizio dell'anno, relativi alla Cina".
I dazi hanno interessato tutti i dispositivi Apple, la cui produzione è dislocata principalmente tra Cina, India e Vietnam e Cook ha chiarito che la maggior parte degli iPhone venduti negli Stati Uniti è ora prodotta in India, mentre gran parte dei Mac, iPad e Apple Watch proviene dal Vietnam. Questa diversificazione della catena di approvvigionamento è anche una risposta alle pressioni del Presidente Trump, che ha minacciato dazi ancora più elevati se l'azienda non sposterà parte della sua produzione negli Stati Uniti.
Nonostante l'enorme peso economico dei dazi e l'incertezza del contesto geopolitico, i risultati finanziari di Apple per il trimestre conclusosi a giugno dimostrano una notevole solidità. Il fatturato trimestrale è infatti cresciuto del 10%, raggiungendo i 94 miliardi di dollari, con vendite di iPhone e Mac che si mantengono robuste e con risultati sostanzialmente da record, come il raggiungimento dei 3 miliardi di iPhone venduti sin dal lancio del 2007.