Apple, l'inganno sull'App Store: nuova class action contro l'azienda

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HDblog.it Jun 20, 2025 · 2 mins read
Apple, l'inganno sull'App Store: nuova class action contro l'azienda
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La fiducia è un elemento fondamentale nell'ecosistema digitale, un pilastro su cui aziende come Apple hanno costruito interi imperi. Proprio la celebre frase "un luogo sicuro e affidabile", usata per descrivere l'App Store, è ora al centro di una nuova e spinosa vicenda legale. Una class action, avviata presso il tribunale della California settentrionale, accusa il colosso di Cupertino di aver tradito questa promessa, consentendo a una truffa di prosperare indisturbata sul suo negozio digitale e causando ingenti perdite economiche agli utenti.

Al centro della controversia c'è un'applicazione chiamata Swiftcrypt, che si presentava come una piattaforma legittima per il trading di criptovalute. In realtà, si trattava di un'esca per un tipo di frode noto come "pig butchering", ovvero "macellazione del maiale". Questa tecnica, subdola e crudele, consiste nel guadagnare lentamente la fiducia della vittima, spingendola a investire somme di denaro sempre più consistenti. Una volta accumulato un capitale significativo, i truffatori scompaiono nel nulla, portando con sé tutti i fondi.

A farne le spese è stata Danyell Shin, la principale promotrice dell'azione legale. A fine 2024, dopo essere stata introdotta all'app tramite un gruppo di investimento online, ha scaricato Swiftcrypt sul suo iPhone. Sentendosi protetta dalla garanzia di sicurezza che associava all'App Store di Apple, ha investito una somma considerevole, superiore ai 74.000 euro (circa 80.000 dollari). Poi, come da copione, il denaro è svanito e l'app ha smesso di funzionare.

Secondo i documenti legali, la comunicazione e il marketing di Apple hanno giocato un ruolo cruciale nel creare quel falso senso di sicurezza che ha indotto la vittima a fidarsi. L'accusa sostiene che le affermazioni di Apple su un rigoroso processo di revisione delle app, sulla rilevazione delle frodi e sulla sicurezza generale della piattaforma si sono rivelate "false e fuorvianti". Il team legale della signora Shin evidenzia come le stesse regole di Apple per le app di criptovalute, che imporrebbero licenze specifiche, conformità normativa e una verifica approfondita degli sviluppatori, non sarebbero state applicate nel caso di Swiftcrypt. In parole povere, quell'applicazione non avrebbe mai dovuto superare i controlli ed essere pubblicata.

L'azione legale va oltre la semplice perdita economica, poiché sostiene che l'intera narrazione sulla sicurezza dell'App Store sia ingannevole secondo le leggi californiane a tutela dei consumatori. L'accusa arriva a ipotizzare che utenti come Danyell Shin abbiano "pagato in eccesso" per i loro iPhone, poiché parte del valore percepito del dispositivo era legata a garanzie di sicurezza che, alla prova dei fatti, non si sono dimostrate tali.

Oltre al risarcimento dei danni finanziari, i querelanti chiedono che Apple avvii una campagna pubblicitaria correttiva per rimediare a quella che definiscono una percezione errata e diffusa sulla reale sicurezza del suo store.