Come abbiamo visto negli scorsi giorni, Samsung e BOE stanno litigando in tribunale per questioni relative a brevetti e proprietà intellettuali nella produzione di display OLED: la versione estremamente ridotta e succinta è che Samsung accusa BOE di avergliene rubato qualcuno. Siccome la causa è in corso negli USA, sulla questione si è pronunciata l’ITC (International Trade Commission), che negli scorsi giorni ha dato ragione a Samsung in via preliminare e ha vietato l’importazione di prodotti con display BOE.
La situazione si prospettava piuttosto critica per Apple, che da BOE fa produrre i display soprattutto per gli iPhone “non Pro” (o almeno una parte di essi): il rischio è che negli USA potessero essere vendute solo le unità con display di altri produttori. Tuttavia, Apple stessa ha confermato che il provvedimento dell’ITC non la riguarda. La società di Cupertino è rimasta, come spesso accade, molto sul vago, senza fornire ulteriori dettagli oltre a quelli essenziali, per cui le ragioni di questo sviluppo rimangono avvolte nel mistero. Sono pure speculazioni, ma è probabile che, molto semplicemente, i brevetti oggetto del contenzioso non coinvolgano il tipo di pannello usato negli iPhone.
Come detto, anche in caso il ban avesse coinvolto Apple per la società avrebbe probabilmente rappresentato poco più di una seccatura a livello di logistica e supply chain: Apple non affida mai la produzione dei componenti a un solo fornitore. Una strategia di diversificazione che ha messo in atto negli ultimi anni proprio per evitare brutte sorprese come questa - o i lockdown aggressivi nelle fabbriche cinesi ai tempi del coronavirus, o le tariffe e così via. La conferma, per completezza, è stata rilasciata ai colleghi di 9to5google, ma è estremamente lapidaria:
Apple non è parte in causa in questo procedimento e l'ordinanza non ha alcun impatto sui prodotti Apple.
Vale la pena osservare che l’ITC aveva già in passato causato grattacapi ad Apple - per esempio aveva ordinato lo stop alle vendite di determinati modelli di Apple Watch nell’ambito del contenzioso, sempre relativo a brevetti e proprietà intellettuali, con Masimo.