Apple dovrà continuare a rispettare l'ordine del tribunale statunitense che impone l'apertura del proprio App Store a link esterni e sistemi di pagamento alternativi. La Corte d'Appello federale di San Francisco ha respinto la richiesta della società di sospendere temporaneamente l'ingiunzione emessa nell'aprile scorso dalla giudice distrettuale Yvonne Gonzalez Rogers, che obbliga Apple a consentire agli sviluppatori di reindirizzare gli utenti verso i propri siti per effettuare acquisti, senza dover corrispondere commissioni fino al 30%.
Il pronunciamento rappresenta un'ulteriore sconfitta per Apple nella controversia avviata da Epic Games, che risale al 2020 e ruota attorno al controllo esercitato da Apple sulle transazioni all'interno delle app iOS. La decisione, firmata in forma anonima con un'opinione di due pagine, sottolinea che Apple non ha dimostrato l'esistenza di motivi sufficienti per giustificare la sospensione dell'ingiunzione in attesa dell'esito del ricorso.
L'ingiunzione contestata da Apple risale al 2021, quando Gonzalez Rogers, pur non rilevando violazioni del diritto antitrust federale, aveva stabilito che alcune pratiche di Apple contravvenivano alla legge californiana in materia di concorrenza. In particolare, la giudice aveva ordinato all'azienda di consentire ai developer di informare gli utenti su modalità di pagamento alternative all'interno delle app.
Apple aveva inizialmente cercato di adeguarsi all'ingiunzione consentendo i link esterni, ma imponendo comunque una commissione del 27% sulle transazioni effettuate fuori dall'App Store e introducendo limitazioni sul design e sul posizionamento dei pulsanti di acquisto. Epic e altri sviluppatori, come Amazon e Spotify, hanno criticato queste restrizioni e denunciato una mancata osservanza dello spirito dell'ordine originario.
Dopo nuove udienze tra il 2023 e il 2024, la giudice Gonzalez Rogers ha stabilito che Apple ha “violato volontariamente” l'ingiunzione del 2021, riferendo il caso ai procuratori federali per una possibile indagine penale per oltraggio alla corte.
Un portavoce di Apple, Olivia Dalton, ha espresso delusione per la decisione della Corte d'Appello, ribadendo la volontà dell'azienda di proseguire la battaglia legale:
“Continueremo a difendere la nostra posizione durante il processo di appello. Come abbiamo già affermato, non condividiamo il parere del tribunale distrettuale. Il nostro obiettivo resta quello di garantire che l'App Store rappresenti un'opportunità straordinaria per gli sviluppatori e un ambiente sicuro e affidabile per gli utenti”.
Di contro, il CEO di Epic Games, Tim Sweeney, ha accolto con entusiasmo il verdetto, definendolo un passo importante verso una maggiore libertà per gli sviluppatori. Su X (ex Twitter), ha celebrato la decisione, evidenziando come molte app abbiano già iniziato a sfruttare la possibilità di integrare link esterni per offrire acquisti diretti via web.
IMPLICAZIONI CONCRETE E SVILUPPIDa aprile, diverse applicazioni hanno modificato la propria interfaccia per includere collegamenti esterni. Spotify e Kindle, ad esempio, consentono ora di completare transazioni fuori dal perimetro dell'App Store, evitando la trattenuta di Apple. Anche Fortnite è tornato su iOS, offrendo agli utenti una doppia opzione: pagare tramite il sistema interno Apple o attraverso l'infrastruttura di Epic, con un programma di ricompense integrato. Secondo Sweeney, al momento si registra una suddivisione 60-40 a favore del sistema Apple, ma la flessibilità concessa agli utenti rappresenta una novità sostanziale.
Il procedimento resta formalmente aperto e Apple intende portare avanti il ricorso contro l'ingiunzione, ma la decisione odierna sembra indicare una scarsa probabilità di successo. La Corte d'Appello, infatti, ha valutato sia le possibilità di Apple di prevalere nel merito, sia gli eventuali danni arrecati alle altre parti e all'interesse pubblico, concludendo che la sospensione non sarebbe giustificata.
Intanto, la sentenza rischia di intaccare in modo significativo i ricavi derivanti dalle commissioni App Store, una delle principali fonti di profitto per Apple. Se confermata in via definitiva, potrebbe aprire la strada a un modello più aperto e competitivo per la distribuzione delle app su iOS, segnando un cambio di paradigma destinato ad avere impatto a lungo termine su tutto l'ecosistema mobile.