Via libera dal Consiglio dei Ministri al Piano d’Azione per il Miglioramento della Qualità dell’Aria 2025-2027, la strategia nazionale messa a punto per rispondere alle tre procedure d’infrazione avviate dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia per il mancato rispetto dei limiti sulle emissioni inquinanti.
Nonostante alcune critiche sollevate nelle fasi precedenti all’approvazione, il Governo ha dato il proprio assenso ufficiale. L’annuncio è arrivato con una nota del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha definito il provvedimento “ambizioso ma concreto”, capace di conciliare le esigenze ambientali con quelle economiche.
Il pacchetto di misure sarà sostenuto da un fondo di 2,4 miliardi di euro, di cui 1,7 miliardi già stanziati dal Ministero. I finanziamenti andranno prioritariamente alle undici regioni attualmente coinvolte nelle infrazioni europee: Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto.
Il Piano è stato elaborato dalla Cabina di Regia istituita con il Decreto Salva Infrazioni 2024, che ha anche previsto la creazione di un gruppo di lavoro interministeriale presso la Presidenza del Consiglio per affrontare le emergenze ambientali italiane e rafforzare la governance.
Tra le misure di rilievo ci sono 800 milioni di euro riservati ai Comuni per progetti di mobilità sostenibile e uno sconto sugli oneri di sistema per favorire il cold ironing nei porti, tecnologia che consente alle navi di spegnere i motori durante la sosta, riducendo così le emissioni.
Tuttavia, non mancano le voci critiche. La Regione Umbria, ad esempio, ha espresso parere contrario al Piano, lamentando il mancato accoglimento di osservazioni ritenute fondamentali. In particolare, la Giunta umbra denuncia l’assenza di misure efficaci contro l’inquinamento industriale a Terni, città che registra tra le più alte concentrazioni di nichel a livello europeo.
Inoltre, viene segnalata la mancata introduzione di incentivi per la sostituzione degli impianti a biomassa più inquinanti, nonostante le continue richieste dell’Assemblea Legislativa e il pressing della comunità locale. Il nuovo Piano si propone come una risposta attesa da anni, ma il confronto tra Stato e Regioni resta aperto. L’effettiva efficacia delle misure dipenderà dalla capacità di tradurre la strategia in azioni concrete, omogenee e tempestive su tutto il territorio nazionale.