Con il suo debutto ufficiale a Los Angeles, la giovane azienda aerospaziale Inversion ha presentato Arc, il primo veicolo spaziale progettato per consegnare carichi urgenti in qualsiasi punto del pianeta in meno di sessanta minuti. L’idea è nata nel 2021 grazie ai fondatori Justin Fiaschetti e Austin Briggs, e punta a creare una rete logistica orbitale capace di unire spazio e Terra i tempi rapidissimi.
Arc non è una navicella per passeggeri, ma un veicolo di rientro dalle dimensioni compatte — circa 2,4 metri di altezza e 1,2 di larghezza — costruito per trasportare fino a 225 chilogrammi di materiali sensibili o mission-critical. Si tratta di forniture mediche, componenti elettronici o persino droni che possono essere lanciati dallo spazio e atterrare senza bisogno di piste, grazie a un sistema di paracadute e propulsori non tossici, maneggiabili in sicurezza subito dopo l’atterraggio.
Il piano di Inversion prevede che più veicoli Arc restino in orbita fino a cinque anni, pronti a essere richiamati sulla Terra in caso di emergenze. Con una portata di 1.000 chilometri in fase di rientro, Arc può planare e manovrare fino a centinaia di chilometri dal punto di discesa, garantendo così una flessibilità operativa senza precedenti.
Capace di raggiungere velocità superiori a Mach 20, Arc può essere utilizzato come piattaforma sperimentale per testare materiali e tecnologie in condizioni estreme e a velocità ipersoniche. Negli ultimi anni, il governo statunitense ha aumentato gli investimenti in programmi di ricerca su veicoli ipersonici, e Inversion ha già ottenuto l’ingresso nel programma MACH-TB 2.0 coordinato da Kratos, un segnale della crescente attenzione militare verso la tecnologia.
Il progetto nasce dall’esperienza del prototipo Ray, un veicolo sperimentale di 90 chilogrammi lanciato a gennaio 2025 con una missione SpaceX. Ray ha permesso di validare i sistemi di propulsione, avionica e alimentazione solare che oggi costituiscono il cuore di Arc, pur non essendo stato progettato per il rientro.
Nel frattempo, Inversion — che conta circa 60 dipendenti — ha già completato decine di test di caduta e una prima versione a grandezza naturale della struttura principale. In collaborazione con la NASA, l’azienda sta inoltre sviluppando un nuovo sistema di protezione termica per resistere alle altissime temperature di rientro atmosferico.
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