Secondo Miller, Arc era troppo complesso per il grande pubblico, spesso instabile, e rallentava lo sviluppo di un’esperienza più integrata con l’AI. Già nell’ottobre scorso erano emerse le prime avvisaglie, ma ora è chiaro che lo sviluppo attivo è terminato. Arc continuerà a ricevere aggiornamenti di sicurezza e bug fix, anche perché si basa su Chromium.
Ad ogni modo, proprio perché la sua architettura non poggia solo su Chromium, ma anche su codice proprietario in parte condiviso con Dia, Miller ha specificato che l'azienda non ha intenzione di cedere Arc o renderlo opensource. uno dei motivi più delicati alla base di questa decisione è la sicurezza. Arc ha avuto almeno una vulnerabilità importante, che permetteva a un malintenzionato di inserire codice arbitrario conoscendo l’ID utente. Da allora, The Browser Company ha quintuplicato il numero di ingegneri dedicati alla sicurezza, passando da uno a cinque. Un potenziamento strategico, visto che Dia sarà fortemente incentrato su agenti AI capaci di operare in autonomia, aumentando in questo modo le possibilità d'attacco e exploit da parte dei malintenzionati.
Leggendo tra le righe dell'annuncio, ad ogni modo, ci viene facile pensare che mantenere attivi due browser, per un'azienda relativamente piccola come The Browser Company, fosse semplicemente troppo dispersivo, da qui l'idea di concentrare tutte le risorse su un unico progetto, più in linea con il sentiment attuale, cioè la massiccia integrazione dell'AI all'interno di pressoché ogni prodotto e servizio.