L’attacco, che aveva colpito i sistemi di ordini e distribuzione, ha costretto il gruppo a fermare le linee produttive, bloccando così la consegna di birra e bevande ai principali rivenditori del Paese. Catene come 7-Eleven e FamilyMart avevano segnalato nei giorni scorsi una carenza di scorte, con la popolare Asahi Super Dry quasi introvabile. Secondo quanto comunicato dall’azienda, i birrifici hanno ripreso la produzione della loro etichetta più venduta, appunto Asahi Super Dry, ma anche gli impianti dedicati a alimentari e soft drink stanno gradualmente tornando operativi. Tuttavia, la società ha precisato che le fabbriche non sono ancora a pieno regime, e che il ritorno alla normalità sarà progressivo.
In particolare, due stabilimenti per le bevande analcoliche hanno ripreso solo in parte, mentre altri cinque lo faranno in modo graduale, seguendo il ritmo delle spedizioni. Tutti e sette gli impianti alimentari del gruppo sono invece nuovamente attivi, anche se non ancora a pieno carico. Asahi ha chiarito che i sistemi di produzione interni non sono stati danneggiati dal cyber-attacco, ma che la sospensione è stata necessaria poiché impossibilitata a gestire ordini e spedizioni. Il gruppo ha inoltre annunciato che dal 15 ottobre riprenderanno le spedizioni di 16 prodotti, tra cui le birre analcoliche Asahi Dry Zero e Asahi Zero, la Clear Asahi e il whisky Black Nikka Clear. Alcuni nuovi lanci di prodotto, tuttavia, subiranno un rinvio.