L’idea di inviare esseri umani su Marte continua ad alimentare progetti, studi e sogni, ma secondo diversi esperti, tra cui il planetologo Pascal Lee del SETI Institute, potremmo presto non essere soli in questa avventura. Accanto agli astronauti in carne e ossa potrebbero infatti salire a bordo “astronauti artificiali”, androidi capaci di replicare le caratteristiche fisiche e cognitive degli esseri umani, ma senza gli stessi limiti biologici.
L’uso di robot umanoidi nello spazio non è nuovo: la NASA e altre agenzie hanno già sperimentato macchine progettate per assistere gli equipaggi in condizioni estreme. La differenza, spiegano i sostenitori, sta nel rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale. Nel giro di pochi decenni, le capacità dell’AI potrebbero convergere con la robotica avanzata, portando alla creazione di veri e propri “artificial humans”. Questi androidi non necessiterebbero di cibo, acqua o ossigeno, sarebbero immuni dalle radiazioni e potrebbero effettuare attività extraveicolari senza costose tute spaziali.
Lee ha affrontato il tema in un recente workshop dedicato alla robotica spaziale, parlando di una nuova era dell’esplorazione: l’“età dell’AI”. Secondo lo scienziato, il passo successivo sarà lo sviluppo di “super astronauti artificiali”, equipaggiati con forme di intelligenza artificiale superiore in grado di superare l’uomo in ogni aspetto, dal problem solving all’adattamento in ambienti ostili.
In futuro, questi esploratori potrebbero spingersi fino a lune remote come Titano o addirittura oltre i confini del Sistema solare, trasportando con sé anche campioni di DNA umano da preservare su pianeti abitabili.
Se davvero si arrivasse a creare androidi dotati di intelligenza paragonabile o superiore a quella umana, il rapporto con queste entità non sarebbe più quello di semplice strumento. “Li vedremo come nostri figli”, ha commentato Lee, sottolineando che l’umanità potrebbe vivere indirettamente le avventure di queste nuove creature tecnologiche. Eppure c'è chi è molto scettico sul potenziale dei robot, sostenendo che ci vorranno ancroa molti anni per emulare al meglio le capacità umane.
Non mancano visioni più concrete e immediate, come quella di Elon Musk, che ha annunciato l’intenzione di inviare i robot umanoidi Tesla Optimus su Marte già nei prossimi anni, come parte di missioni con Starship non equipaggiate. Se l’esperimento dovesse funzionare, i primi sbarchi umani potrebbero arrivare entro il 2029 o poco dopo.
Il tema resta divisivo e qualcuno teme che l’introduzione di androidi così avanzati ridimensioni il ruolo dell’uomo nell’esplorazione spaziale. In ogni caso cresce la consapevolezza che AI e robotica possano essere alleati preziosi, accelerando le tempistiche e riducendo i rischi.