
Il 2024, per l’automotive europeo, è stato un anno a due facce. Da un lato, un flebile segnale positivo. Le immatricolazioni totali sono cresciute, sì, ma solo dell’1%. <strong>Circa 13 milioni di nuove auto</strong>. Dall’altro, il segmento che avrebbe dovuto trainare la transizione ecologica ha fatto un passo indietro: <strong>le elettriche sono calate del 2,1%,</strong> fermandosi attorno ai 3 milioni di unità. <strong>In Italia</strong>, la musica è stata ancora più stonata. <strong>Le immatricolazioni complessive sono scese dell’1%</strong>, e quelle <strong>elettriche</strong> hanno subito una vera battuta d’arresto: <strong>–13,3</strong>%. Appena 119.000 veicoli.E in questo tourbillon europeo la <strong>Cina</strong> ha continuato a correre. <strong>Nel 2024 ha prodotto 26,8 milioni di auto</strong>, con un aumento del 5,2%. Un terzo della produzione mondiale. Ma il dato più impressionante è un altro: <strong>oltre 12 milioni di quei veicoli erano elettrici</strong>. Il 70% della produzione globale. Non è finita: <strong>le importazioni di auto cinesi in Europa sono balzate dal 2%</strong> del 2019 al 21% del 2024. E quelle europee dirette in Cina? Dimezzate. Un sorpasso silenzioso, ma potente.<h2>Poi è arrivato il 2025 e qualcosa si è mosso</h2><img class="alignnone size-full wp-image-213026" src="https://www.hdmotori.it/app/uploads/2025/07/auto-elettriche-in-Europa.jpg" alt="" width="621" height="509" /><strong>Secondo lo Smart Mobility Report 2025</strong>, pubblicato dal Politecnico di Milano, il nuovo anno si è aperto con una decisa inversione di tendenza. Nei primi cinque mesi, <strong>le immatricolazioni elettriche in Europa sono salite del 21,9%</strong> rispetto allo stesso periodo del 2024. Un buon dato. <strong>Ma l’Italia, stavolta, ha fatto meglio di tutti. +63,3%</strong>. Ad aprile, addirittura +92%. In soli cinque mesi, sono state immatricolate circa 73.000 auto elettriche. L’anno prima, nello stesso periodo, erano 45.000. Un’accelerata che in pochi si aspettavano.I motivi? Tanti. L’offerta è cresciuta: nel primo semestre, <strong>in Italia erano disponibili 115 modelli base, il 12% in più</strong>. I prezzi hanno smesso di oscillare come un’altalena. Le autonomie sono migliorate, i tempi di ricarica si sono accorciati. E la rete pubblica ha cominciato ad allargarsi: 66.000 punti di ricarica attivi a fine 2024, con un +34% rispetto all’anno prima. <strong>Boom soprattutto per le colonnine fast</strong>, che sono cresciute del 67% e ora rappresentano quasi un quinto del totale.<img class="alignnone size-full wp-image-213027" src="https://www.hdmotori.it/app/uploads/2025/07/auto-elettriche-in-Italia.jpg" alt="" width="621" height="518" />Eppure, nonostante questa ripartenza, <strong>l’Italia resta indietro</strong>. Nel 2024, le elettriche hanno coperto appena il 7,5% del mercato. Tra i grandi Paesi europei, siamo fanalino di coda. E questo è un problema serio, perché il tempo stringe. L’obiettivo fissato dal Pniec, il Piano nazionale energia e clima, è chiaro: <strong>6,6 milioni di auto elettriche in circolazione entro il 2030</strong>. Tradotto: un milione di nuove immatricolazioni l’anno, ogni anno, da qui alla fine del decennio. Le proiezioni più realistiche? Ne stimano meno della metà: <strong>3,1 milioni</strong>.<h2>Lo studio del Politecnico immagina tre scenari</h2>Nel primo, “<strong>business as usual</strong>”, le cose vanno avanti come ora. Risultato: 3,1 milioni di auto elettriche, e ben 32,9 milioni di vetture tradizionali ancora su strada. L’82% del parco circolante. Nel secondo, “<strong>boosted</strong>”, la crescita è più marcata, anche senza interventi drastici. Nel terzo scenario, “<strong>policy driven</strong>”, le cose cambiano davvero. Le elettriche diventano 6,6 milioni, e le auto a combustione scendono a 29,4 milioni, il 73% del totale.“<em>I primi mesi del 2025 ci dicono che la direzione è giusta</em> – spiega <strong>Paolo Maccarrone</strong>, direttore scientifico dello Smart Mobility Report – <em>ma serve un cambio di passo. Non possiamo affidarci a misure spot o a incentivi intermittenti</em>”. L’idea è quella di un sistema più organico: una cabina di regia ristretta, con decisori rapidi e ascolto attivo degli stakeholder. Incentivi stabili, piani pluriennali, meno burocrazia. E soprattutto più informazione. Perché molti ancora non sanno che l’auto elettrica può far risparmiare davvero, oltre che inquinare meno.Il direttore dell’Energy&Strategy, <strong>Vittorio Chiesa</strong>, aggiunge un altro tassello: “<em>I target europei non sono cambiati. La rotta verso la decarbonizzazione è chiara. Ma per arrivarci serve continuità. Basta con i fondi a singhiozzo. Serve una programmazione seria, che dia fiducia a chi produce e a chi compra</em>”.Dal lato dei consumatori, la fiducia sta crescendo. Secondo una ricerca condotta con Bva Doxa, l’84% di chi già possiede un’elettrica la ricomprerebbe. E il vecchio spauracchio dell’autonomia sembra ridimensionarsi: il 71% dice che la distanza reale percorsa con una carica è praticamente quella promessa.Ma non tutto fila liscio. Il 48% degli utenti evita i <a href="https://www.hdmotori.it/auto-articoli-n582419-acea-colonnine-auto-elettriche-unione-europea/"><strong>punti di ricarica pubblici</strong></a> perché costano troppo, il 22% si lamenta di colonnine troppo rare o lente. Il 37%, invece, si affida esclusivamente alla ricarica domestica. E lì si apre un altro capitolo. A fine 2024, in Italia c’erano 560.000 punti di ricarica privati, in crescita del 12%. Ma il<strong> Superbonus</strong>, che aveva dato un bel boost, è stato ridotto. Risultato: l’entusiasmo si è un po’ raffreddato. Ancora una volta, si scopre quanto il mercato sia legato a doppio filo con le politiche fiscali.E mentre il 2025 continua la sua corsa, lo sguardo va già al 2026. In arrivo ci sono modelli di<a href="https://www.hdmotori.it/modelli-segmento-b-vendite-italia-semestre-2025-suv-berline/"><strong> segmento B sotto i 30.000 euro</strong></a>, e persino auto di <a href="https://www.hdmotori.it/migliori-citycar-economiche-modelli-confronto/"><strong>segmento A a meno di 20.000</strong></a>. Prezzi finalmente più popolari. Ma l’accessibilità economica non basta. Servono più colonnine. In più posti. Anche fuori città, anche in autostrada.<img class="alignnone size-full wp-image-213030" src="https://www.hdmotori.it/app/uploads/2025/07/ricarica-Europa.jpg" alt="" width="650" height="540" />A livello europeo, le cose si muovono: <strong>a fine 2024 si contavano circa un milione di punti di ricarica pubblici</strong>, in aumento del 35% per le lente e del 43% per le fast. Ma la distribuzione è tutt'altro che uniforme. I Paesi Bassi sono un modello: un punto ogni 100 abitanti. <strong>L’Italia?</strong> <a href="https://www.hdmotori.it/auto-articoli-n588623-punti-ricarica-italia-motus-e-dove-quante-sono/"><strong>Ancora parecchio distante</strong></a>. Il quadro è chiaro: la corsa è partita, ma il traguardo è ancora lontano. Il 2025 ha dimostrato che cambiare ritmo è possibile. Ora tocca decidere se vogliamo restare tra chi insegue… o tra chi guida la transizione. [<a href="https://www.repubblica.it/dossier/economia/transizione-sostenibile/2025/07/09/news/auto_elettriche_l_italia_accelera_nel_2025_ma_resta_lontana_dai_target_al_2030-424720089/" target="_blank" rel="noopener">Fonte</a>]