Non so se vi ricordate, ma inizialmente Whatsapp era a pagamento. Un prezzo simbolico, meno di un euro l’anno, ma comunque era a pagamento. Poi Zuckerberg se l’è comprato per far fuori un pericoloso concorrente: a differenza della buonanima di Friendfeed, però, l’ha tenuto perché complementare a Facebook, limitandosi a togliere il balzello dell’abbonamento che gli sarebbe costato troppo in burocrazia.
Ma i costi sono costi: così Meta ha deciso di introdurre la pubblicità in Whatsapp; per il momento solo sul tab Updates (immagino quello che in italiano è Aggiornamenti, e che non apro mai), ma si sa che una cosa tira l’altra, e chissà che succederà. Già si parla di pubblicità sui canali. A dire il vero Telegram inserisce pubblicità nei canali già da anni, e nessuno si è lamentato più di tanto che io sappia: l’unico rompimento è che le pubblicità sono sempre le stesse, e sempre di criptovalute di cui non me ne può importare di meno.
La cosa probabilmente più interessante è però che nell’Unione Europea l’introduzione di questa “feature” arriverà più tardi. Come mai? Perché le regolamentazioni europee sono più stringenti, e Meta deve dimostrare che è in grado di mandarti pubblicità mirate (hahaha…) senza andare contro il GDPR. Capite perché tutti questi signori non sopportano l’Europa, che va bene giusto per sposarsi?