Avete per caso ricevuto un messaggio su Instagram... nientemeno che dalla Banca d’Italia? Se avevate anche il più recondito e remoto sospetto che potesse essere vero, è ufficiale: no. È un tentativo di truffa. L’ha confermato l’istituto stesso tramite un avviso sul proprio sito ufficiale. Recita la nota:
Si segnala che era presente sul social network Instagram di un profilo falso che utilizzava indebitamente il nome e il logo della Banca d'Italia per ottenere follower a cui proporre successivamente la partecipazione a un gruppo WhatsApp di consulenza su servizi finanziari.
Questi stratagemmi sono piuttosto banali ed è difficile immaginare che funzionino, ma la legge dei grandi numeri è dalla parte dei truffatori: con le decine di milioni di utenti che il social network di Meta ha solo in Italia, ne basta che ci caschi una manciata per portare a casa la giornata, se non la settimana. Dal canto suo, la Banca d’Italia conferma che è “totalmente estranea a tali attività e non offre alcun servizio di investimento o gestione di denaro a privati”, e che l’account fraudolento è già stato rimosso dai moderatori di Meta.
La Banca d’Italia raccomanda inoltre di non rispondere mai a messaggi e altri tipi di richieste di interazione di account che usano il suo nome, e soprattutto non fornire mai dati bancari, documenti e informazioni personali. Del resto è opportuno ricordare che l’istituto non è quella che noi consideriamo normalmente una “banca”: le banche centrali sono istituti di diritto e hanno il compito di gestire e sorvegliare la politica monetaria dei loro Paesi o regioni. La Banca d’Italia per esempio lavora per mantenere la stabilità dei prezzi, vigila sull’operato delle banche “normali” e molto altro ancora.
I social network sono un terreno molto fertile per i truffatori per via dell'enorme bacino di utenza e per la tendenza, di natura, a essere l'opposto di privati: sono del resto fondati sul principio della condivisione, che in certi scenari può risultare controproducente. Le piattaforme spendono molte risorse, sia tecnologiche sia umane, per massimizzare la moderazione e garantire la sicurezza delle loro piattaforme, ma è un po' una battaglia contro i mulini a vento: per quanto precisi ed efficienti algoritmi e umani riescano a diventare, c'è sempre quello che sfugge ai controlli e riesce ad aggirare il sistema.