Mattel, celebre produttrice delle bambole Barbie e delle macchinine Hot Wheels, ha stretto una nuova intesa con OpenAI per infondere nei propri giocattoli capacità AI ispirate a ChatGPT. L’azienda californiana ha l’ambizione di offrire «esperienze giocose innovative, sicure e attente alla privacy», secondo le dichiarazioni ufficiali. Tuttavia, l’emergere di questa nuova frontiera porterà con sé anche le ferite del passato, in particolare il caso della Hello Barbie del 2015, che aveva suscitato molte perplessità su sicurezza e riservatezza.
A differenza di allora, Mattel stavolta punta a prodotti rivolti solo ai più grandi: la comunicazione con OpenAI sarà infatti limitata ai consumatori sopra i 13 anni. In parallelo, l’azienda ha deciso di adottare ChatGPT Enterprise anche all’interno dei propri uffici per migliorare la fase di “ideazione creativa” e ottimizzare i processi produttivi. Dietro le quinte, secondo fonti interne, un piccolo team con sede a El Segundo sta valutando se l’innovazione avverrà tramite un giocattolo fisico oppure nel digitale.
Anche Mattel sta vivendo un momento delicato, e dopo aver ritirato le previsioni annuali e annunciato aumenti di prezzo per contrastare i costi logistici e le tariffe Usa, ora cerca nuove strade per rilanciare le vendite. Lo slancio verso l’AI rappresenta l'ennesima mossa strategica, insieme al successo del film Barbie del 2023, che ha in qualche modo ridato forza del marchio.
Se da un lato OpenAI porta in dote capacità conversazionali avanzate e tecnologie all’avanguardia, dall’altro esiste una diffidenza condivisa da genitori ed esperti di privacy. Le preoccupazioni sono le stesse emerse ai tempi di Hello Barbie: la registrazione delle conversazioni, l’eventuale vulnerabilità a intrusioni esterne, e l’uso dei dati raccolti per “addestrare” modelli. In quell’occasione, gli esperti di sicurezza erano riusciti a penetrare la rete di registrazioni pediatriche e a mettere in luce falle nel sistema. Non a caso, Mattel ritirò rapidamente il prodotto dal mercato in seguito alle critiche.
Il contesto normativo è cambiato: oggi ci sono leggi più severe in Europa (e anche negli Stati Uniti, come il COPPA) a protezione dei minori. Mattel assicura che la tutela della privacy verrà integrata “fin dalla progettazione” – un approccio che sembra ispirarsi ai principi del privacy by design. Ma i dettagli mancanti alimentano dubbi: sarà AI “vera” o un insieme di risposte pre-confezionate e filtrate? E quanto incideranno i limiti tecnici e normativi sul divertimento e l’interattività?
Quali scenari ci attendono? Tra le ipotesi più suggestive, si immagina una Barbie capace di rispondere in tempo reale alle domande su scienza o arte, o una macchina Hot Wheels che interagisca con la pista creata da un bambino. Possibile persino un assistente digitale, presente all’interno di un’app brandizzata. Ma se l’AI diventa troppo autonoma, potrebbero emergere ingenuità, ripetizioni o affermazioni inadeguate – rischi percepiti soprattutto dagli adulti, meno dai piccoli utenti.
Il vero banco di prova arriverà a fine 2025, quando il primo prodotto vedrà la luce. Se il debutto avverrà con successo, Mattel potrebbe dare il via a una nuova era nel settore giocattoli. Ma se dovessero riemergere problemi legati alla privacy o all’affidabilità del modello, la reputazione del colosso americano rischierebbe di vacillare ancora una volta. Il futuro dell’AI tra le mani dei ragazzi è a portata di bambola: sta a Mattel dimostrare di aver imparato la lezione.