Femmi (NO) – Non si placano le polemiche per la nomina di Beatrice Venezi a direttore musicale del Teatro La Fenice di Venezia, incarico che dovrebbe assumere a partire dall’ottobre del 2026. La rappresentanza sindacale degli orchestrali ha già annunciato uno sciopero per venerdì 17 ottobre, sempre che Giorgia Meloni non vieti l’astensione dal lavoro quando si traduce in un “weekend lungo”.
Mentre il governo prepara un piano B improntato alla più rigorosa meritocrazia, la protagonista della vicenda non sembra preoccupata dall’esito delle proteste, ma ci tiene a ribadire un punto fondamentale: “Fenice o no, l’importante è che mi si chiami DIRETTORE” per poi aggiungere con modestia: “Ma può essere accettabile anche MAESTRO”.
È noto infatti che, sulla falsariga del suo riferimento politico Giorgia Meloni – che vuol essere definita come IL Presidente del Consiglio – anche la Venezi preferisca il maschile, ritenendo forse il femminile non degno della sua levatura. La sua idiosincrasia sarebbe addirittura peggiorata negli ultimi mesi, tanto che ora preferisce farsi chiamare direttore d’orchestrO e dichiara di dirigere i musicisti col bacchettO.
Tornando alla sua controversa nomina, di fronte all’ipotesi di un’eventuale revoca il maestro Venezi si è detto quasi sollevato: “Intanto odio i giochi di parole, come diceva qualcuno sono tipici dei pedanti che vogliono sfoggiare il proprio acume; vi immaginate? Venezi a Venezia. E soprattutto Venezia è un nome femminile, così come La Fenice. Preferisco città come MilanO, TorinO e perfino CampobassO, se solo esistesse”.
E ai maligni che gli* fanno notare che sembra fare come la volpe e l’uva, il maestro Venezi ribatte deciso: “Casomai come il volpO e l’uvO!”.
Andrea Michielotto
* su richiesta del direttore anche il pronome è declinato al maschile, NdR
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