bentornamento dell’NHK leggendo senza ritegno per far marcire il tempismo

https://octospacc.altervista.org/2025/06/18/bentornamento-dellnhk-leggendo-senza-ritegno-per-far-marcire-il-tempismo/

minioctt Jun 18, 2025 · 3 mins read
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Prendendo quasi al volo l’occasione di averlo caricato su TomoStash l’altro giorno (dove ci è finito semplicemente perché avevo già il file da parte scaricato, che ha preso molta polvere dato che non avevo mai trovato il momento giusto per leggerlo), stasera ho preso da parte il mio momento più marcio per iniziare a leggere quel “capolavoro accidentale” che è Welcome to the NHK, storia di cui avevo consumato solo l’adattamento anime… La situazione scaturita è finora surreale come al solito, e i pianeti che si sono allineati affinché le cose andassero così (nella misura in cui il loro movimento influenza costantemente ed inevitabilmente la mia esistenza) lo sapevano persino ben prima di tracciare la propria traiettoria nello spazio, che il doloroso universo in cui vivo io e quello di Satō si sarebbero toccati già per i primi fondamentali attimi. 🙏

Ero fuori verso inizio sera (cosa certamente non tipica per una hikikomori, ma io non sono ciò; io sono per molti versi ben peggio, e solo all’immediata apparenza più socialmente accettabile), poco prima di tornare a casa, mentre cercavo di scrivere delle bozze non molto sensate sul mio telefono; gira che mi rigira, mi escono solo stronzate. Al che, dal niente, penso “basta!” e vado immediatamente sul mio sito piratista, immaginando che sia molto meglio abbandonarmi alla lettura, se proprio devo distrarmi con le parole, piuttosto che impazzire in quel modo. Le uniche alternative sensate sarebbero state togliere il telefono dalle mani (“prova a non morire challenge”), aprire Duolingo, o aprire qualche puzzle game, ma nessuna di quelle opzioni sul momento mi interessava minimamente; quindi, meglio leggere per dimenticare… cioè, per passare 10 minuti… e scelgo proprio quel romanzo leggero, che pur conoscendo dall’anime, essendo passati molti anni, ricordo abbastanza male da giustificare al quadrato questa lettura. 🥁

È incredibile allora come, prima iniziando a leggere, poi tornando a casa, le energie dell’inizio della storia e quella della mia anima stiano perfettamente combaciando. Non faccio assolutamente spoiler — perché, anche se l’opera è vecchia e ben localizzata in italiano, pare che in realtà relativamente poca gente la conosca, e personalmente consiglio fortemente di recuperarla in una delle tante forme sotto cui è disponibile — ma Satō ha perfettamente ragione. È incredibile quanto la gente per strada ci guardi storti (anche se pare che a me non sussurrino nulla alle spalle) e, nonostante nel mio caso questo probabilmente non sarà abbastanza per farmi abbandonare l’università, certamente le basi più astratte e generalizzate di causa ed effetto le abbiamo in comune: la più assoluta ed irrisolvibile condizione di reclusione sociale in senso lato. E quindi, se lui passa 16 ore al giorno sotto al kotatsu a dormire, io che vivo in Italia (dove i こたつ non si usano) e sono in estate (dove i コタツ non si usano) potrei tristemente finire 16 ore al giorno a bedrottare, con una mano su un tomo e l’altra che graffia la parete o mi distrugge i capelli… 🕷️

Sulla fine del momento di lettura — che già mi ha fatta arrivare ad 1/4 del libro — però, comunque, mi era salito un mal di testa tanto strano quanto particolarmente fastidioso. L’emicrania lieve così mi viene quando passo 10 ore di fila davanti al PC a programmare software che nessuno mai userà (inclusa la sottoscritta dopo qualche settimana…), non dovrebbe venirmi per aver passato si e no un’ora e mezza sul letto tranquilla a leggere; per giunta, con il Kindle, e non un maledetto dispositivo con tremendo schermo distruggi-retine LCD od OLED! Ma forse sono semplicemente fuori allenamento, e il mio cervello si fonde a leggere così tanto tutto di fila. Tanto poi mi è passato tutto dopo aver cenato, ma non sono sicura se è perché avevo fame e l’ho placata, o semplicemente è perché ho staccato un attimo… anche perché, perdendomi nel leggere, la fame mi era passata di mente; cazzo se i libri saziano seriamente più della materia organica commestibile… e se fungono da grandissimo copium…