A Road Atlanta, durante il Motul Petit Le Mans, BMW ha tolto il velo a una M2 molto speciale. Si chiama Turbo Design Edition e nasce per ricordare la mitica 2002 turbo, la piccola belva che negli anni Settanta inaugurò l’era del turbo firmata Monaco. Cinquant’anni dopo, la formula è la stessa. Compatta, nervosa e tutta da guidare.
Verniciata nel classico bianco Alpine White, questa M2 si riconosce subito. Le strisce tricolori dipinte a mano corrono su cofano e baule, mentre la scritta “turbo” rovesciata campeggia sul cofano nero lucido, come sulla progenitrice del 1974. Il tetto, in fibra di carbonio con le strisce M integrate, e lo spoiler posteriore in carbonio M Performance completano un look che non lascia spazio ai dubbi: è una vera M, ma con un’anima vintage.
BMW non ha comunicato numeri precisi, ma parla di serie estremamente limitata. La produzione inizierà a gennaio 2026, con le prime consegne previste per la primavera. Negli Stati Uniti costerà 82.900 dollari, più 1.175 dollari di spese di trasporto e gestione. E, dettaglio non trascurabile, sarà offerta solo con cambio manuale a sei marce. Una scelta controcorrente, fatta per chi non concepisce la guida come un esercizio automatico.
Interni in stile M
L’abitacolo riprende la stessa filosofia. I sedili sportivi M in pelle Vernasca nera con cuciture nei colori Motorsport uniscono comfort e contenimento, mentre davanti alla leva del cambio c’è una targhetta con la scritta “turbo”. Il volante M in Alcantara riscaldato, gli inserti in fibra di carbonio e la strumentazione digitale BMW Live Cockpit Professional con Head-Up Display creano un mix di tradizione e tecnologia ben calibrato. Non mancano fari Full LED adattivi con finitura M Shadowline, ricarica wireless e una qualità percepita tipica delle migliori realizzazioni della divisione M.
Un DNA inconfondibile
Il cuore è il sei cilindri in linea da 3,0 litri M TwinPower Turbo. Tradotto, ben 473 cavalli e 550 Nm di coppia. Lo 0-100 km/h viene coperto in 4,1 secondi, la velocità massima è di 250 km/h, ma con l’M Driver’s Package si può arrivare a 285 km/h. La spinta è corposa, piena fin dai bassi regimi, e la voce del sei cilindri, unita al lavoro del turbo, promette sensazioni “alla vecchia maniera”.
La storia cui questa M2 si ispira è ben nota agli appassionati. Era il 1973 quando BMW presentò la 2002 turbo al Salone di Francoforte. La prima auto in Europa di serie con motore turbocompresso. Il due litri, spinto da un singolo turbocompressore KKK, passò da 130 a 170 cavalli, permettendo alla piccola berlina di bruciare lo 0-100 in meno di sette secondi. Con i suoi passaruota allargati, lo spoiler nero e la celebre scritta specchiata sul muso, la 2002 turbo divenne un’icona immediata. Era irriverente, rumorosa, pura. E per molti, il primo assaggio del futuro.