Come riferito nel China Display Trend Report di UBI Research, infatti, BOE sarebbe riuscita a raggiungere una capacità di produzione annuale di 100 milioni di pannelli OLED destinati agli iPhone. Questa capacità si basa su 26 linee di moduli dedicate ad Apple, di cui 11 per la produzione di massa e tre per lo sviluppo di moduli. BOE ha anche lavorato per ridurre il tempo di assemblaggio per pannello a 5,5 secondi, con ogni linea in grado di produrre fino a 350.000 unità al mese.
Si ritiene che le linee, note come B11, possano produrre fino a 8 o 9 milioni di pannelli al mese. In totale, ciò equivale a circa 100 milioni di pannelli all'anno. Questa stima si basa su un tasso di utilizzo del 90% e una resa dell'85%, leggermente inferiore alle percentuali di produzione di Samsung.
Nonostante l’ambizione, BOE resta per il momento un attore minore. Le stime relativa al 2025 prevedono 45 milioni di pannelli consegnati (24 milioni nel secondo semestre), numeri distanti da quelli dei competitor. La diffidenza di Apple, come detto, nasce da precedenti controversie: nel 2022 BOE modificò autonomamente le specifiche dei display, costringendo Cupertino a tagliare gli ordini, e nel 2023 fallì i test per gli OLED degli iPad.
BOE, però, non si dà certo per vinta, e punta a migliorare la propria posizione in vista del lancio degli iPhone 17, scommettendo su miglioramenti rapidi. La sfida è aperta: se riuscirà a soddisfare gli standard qualitativi di Apple, le sue linee B11 potrebbero finalmente operare a pieno regime, ridisegnando gli equilibri della supply chain globale.