Sicurezza del sistema energetico, sostenibilità economica nel lungo periodo e volatilità del mercato stanno minacciando l’accelerazione delle fonti di energia rinnovabile, soprattutto solare ed eolico. Nel 2024 abbiamo visto un nuovo record di investimenti e di progetti delle energie pulite. La notizia è sicuramente ottima, ma il nostro sistema elettrico sarà in grado di stare al passo con la transizione?
Questa è la domanda al centro dell’ Irex Annual Report 2025 di Althesys, presentato il 14 maggio durante l’evento “La via italiana al net zero”. Alessandro Marangoni, a capo del team di ricerca ha dichiarato che:
BOOM DI PROGETTI, INVESTIMENTI E AUTORIZZAZIONIIl rapporto mostra un quadro che evidenzia nel complesso un miglioramento delle condizioni per gli investimenti pure a fronte di una perdurante crisi geopolitica. La rapida espansione delle rinnovabili, evidente dai dati sul numero di operazioni e sulla loro potenza, comporterà un nuovo equilibrio del sistema elettrico destinato a cambiare per gli effetti combinati di meccanismi di sostegno, sviluppo degli accumuli ed evoluzione regolatori.
Nel 2024 in Italia sono state registrate ben 1.834 operazioni nel settore elettrico, segnando un aumento del 55% rispetto al 2023. Il valore complessivo dei progetti ha raggiunto i 121 miliardi di euro e una potenza totale installata di 8,16 GW. Tra le varie fonti, il fotovoltaico guida questo accrescimento, con 893 progetti per 16,4 GW di potenza e investimenti pari a 12,2 miliardi di euro.
Tuttavia, se si osserva la capacità produttiva è l’agrivoltaico a spiccare, con ben 22,7 GW. L’eolico offshore si distingue invece per il valore economico, con progetti che superano i 60 miliardi di euro. Contemporaneamente, stanno crescendo anche i sistemi di accumulo di energia.
Nel 2024 sono stati autorizzati impianti per 10 GW, con investimenti pari a 5,7 miliardi di euro, il doppio rispetto al 2023. Di questi, il 46% è integrato direttamente con impianti da fonti rinnovabili. Dietro a questo aumento ci sono due motivi principali:
- Procedure autorizzative più rapide: soprattutto per i piccoli impianti fotovoltaici, che sono passati da 3,1 a 5,2 GW di potenza autorizzata.
- Calo dei costi di produzione: il costo medio dell’energia prodotta dal fotovoltaico commerciale (LCOE) è sceso a 96,8 euro per megawattora (€/MWh), con un -9,3% rispetto al 2023. Nel Sud Italia, grazie a una maggiore disponibilità di sole (oltre 1.700 ore di produzione l’anno), il costo scende ancora, arrivando a 95,1 €/MWh. Ancora più competitivi sono i grandi impianti (utility scale), con un LCOE medio di soli 63,6 €/MWh.
Il Paese con l’energia solare più economica è la Spagna (50,9 €/MWh), mentre il Sud Italia è considerata una delle aree più costose (68,2 €/MWh). Il forte calo dei prezzi dei moduli fotovoltaici ha favorito la redditività degli investimenti nel solare. L’eolico, invece, mostra un andamento più stabile:
- L’eolico onshore ha un costo medio di 72,9 €/MWh (-4,8%).
- L’offshore è salito a 108,5 €/MWh (+8,2%), con forti differenze tra il Mare del Nord (79,6 €/MWh) e il Mediterraneo (149,1 €/MWh).
Nonostante ciò non tardano ad arrivare nuove incertezze, come tensioni commerciali internazionali e un aumento della domanda interna cinese che potrebbe far risalire i prezzi dei moduli. Nel frattempo, la rete elettrica europea sta affrontando gli effetti collaterali delle rinnovabili non programmabili, che spesso immettono energia a prezzi bassissimi o nulli.
Questo ha causato un aumento delle ore con prezzi pari a zero o negativi: dall’ 1,9% al 2,8% in un anno. In parallelo, sono diminuiti altresì i prezzi medi dell'elettricità e del gas. E’ facile concludere che in questo contesto la flessibilità della rete è essenziale per garantire stabilità e sicurezza. Secondo l’Irex Report, affinché questo avvenga, serviranno tre strumenti chiave:
- Contratti a lungo termine per stabilizzare i ricavi degli operatori,
- Investimenti in reti e sistemi di accumulo,
- Una riforma regolatoria che premi chi offre capacità flessibile.