Un hamburger caldo che arriva dal cielo, non in moto o in bici ma grazie a un drone, e soprattutto su un'isola nordica non raggiungibile con semplicità. Vi sembra impossibile? a quanto pare vi sbagliate, poichè è questo il progetto avviato dalla start-up norvegese Aviant, che insieme al servizio di delivery Foodora sta sperimentando le prime consegne aeree di cibo in Scandinavia. Il test è partito sull’isola svedese di Värmdö, a una decina di chilometri da Stoccolma, dove vivono circa 46.000 persone, che in estate raddoppiano.
Per chi abita lì – e in molte altre isole o penisole nordiche – ordinare cibo caldo a domicilio è un lusso difficile da ottenere. Molti ristoranti non consegnano, e le piattaforme di delivery si fermano alle zone urbane. Aviant ha visto in questa mancanza un’occasione: usare i droni per portare i piatti dei ristoranti direttamente a casa di chi non ha alternative.
Dal febbraio scorso, gli abitanti di Gustavsberg e dintorni possono ordinare panini del marchio Bastard Burgers, che vengono caricati su droni rosa e bianchi e recapitati in pochi minuti. Il volo copre circa 10 chilometri, con una durata massima di 10 minuti. Per ora si parla di un progetto pilota, con appena dieci consegne a settimana: l’obiettivo è testare la tecnologia, soprattutto l’isolamento dei contenitori che mantengono il cibo caldo. «All’inizio arrivavano patatine molli», ammette l’amministratore delegato Lars Erik Fagernæs, «ma dopo tre anni di prove abbiamo trovato la formula giusta».
L’idea non è solo di rendere felici i golosi: secondo Fagernæs, ci sono decine di migliaia di persone nelle aree suburbane della Svezia e della Norvegia che non hanno accesso ai servizi di delivery, pur vivendo a pochi chilometri dalle città. La prossima tappa sarà infatti la penisola di Nesodden, a quattro miglia in linea d’aria da Oslo ma a quasi 50 chilometri di strada. Lì il servizio potrebbe servire circa 100.000 residenti.
Il vantaggio, spiega Aviant, è anche economico: senza il costo del fattorino, la consegna via drone ha un prezzo simile a quella su auto o bici. E soprattutto apre mercati finora inesplorati. «La gente va fuori di testa quando vede arrivare un drone con il loro pranzo. Alcuni chiamano amici e parenti per mostrarglielo: sembra un UFO», racconta Fagernæs.
Certo, non tutto è semplice. Le condizioni meteo restano un limite: con vento forte i voli vengono sospesi, anche se l’azienda stima una disponibilità del servizio attorno al 90%. Per le zone più remote, invece, il problema è la sostenibilità economica: i costi di consegna sarebbero troppo alti rispetto al numero di ordini possibili. Non a caso, in Norvegia Aviant aveva sperimentato nel 2022 consegne di sushi e pizza fuori Trondheim, ma il progetto è stato interrotto l’anno scorso.
Non è l’unica realtà a muoversi in questa direzione. Nel Regno Unito, Skyports ha consegnato pasti scolastici nelle isole Orcadi e oggi collabora con Royal Mail per il trasporto di pacchi con droni. In Germania, Wingcopter ha testato la distribuzione di beni quotidiani nelle aree rurali, mentre in Cina i droni hanno portato pasti caldi a villaggi isolati di montagna.
Aviant, invece, punta a un’espansione commerciale: ha già individuato 40 basi operative in Scandinavia e guarda anche al Canada e al nord-est degli Stati Uniti, territori caratterizzati da laghi, isole e montagne dove i droni potrebbero diventare l’anello mancante tra città e periferie.