Addio al divieto di concessione dei diritti TV sportivi a un solo broadcaster, imposto dal decreto legislativo numero 9 del 2008. Il governo è intenzionato a superare la cosiddetta "legge Melandri": lo riporta Radiocor, dopo aver avuto accesso in anteprima a una bozza di disegno di legge che potrebbe essere sottoposta domani all'esame del Consiglio dei ministri.
Meloni e i suoi starebbero dunque preparando una corposa riforma della disciplina sui diritti audiovisivi sportivi che finirebbe per modificare profondamente il mercato dei diritti TV così come lo conosciamo da vent'anni a questa parte. Con l'abolizione del divieto di assegnare la trasmissione a un solo operatore, sarebbe possibile vendere i diritti a un unico broadcaster per un periodo di tre anni, addirittura più lungo per il campionato più seguito in Italia, per la Serie A.
Nella riforma, l'Agcom avrebbe un ruolo centrale: spetterebbe all'Agenzia infatti la verifica preliminare per autorizzare contratti più lunghi, accertando
le condizioni del mercato audiovisivo e digitale nazionale, anche in riferimento ad altre competizioni, nazionali e internazionali, calcistiche ovvero relative ad altre discipline sportive, tenuto conto della durata dei contratti di licenza e considerata l'evoluzione del mercato unico europeo, verificatesi le quali si possono determinare misure di sfruttamento esclusivo a favore di un solo operatore.
La nuova disciplina sui diritti TV si applicherebbe alle competizioni al via dal primo luglio 2026.
Cambierebbe anche la ripartizione dei guadagni che derivano dalla vendita dei diritti.
La bozza spiega che oltre il 50% dei ricavi verrebbe distribuito in parti uguali tra le squadre che partecipano allo stesso campionato, la restante parte sarebbe assegnata secondo una quota calcolata sia sulla base dei meriti sportivi nelle stagioni successive alla 1999-2000, che tenendo in considerazione il lavoro "di formazione e utilizzazione dei giovani italiani".
Un cambiamento importante: verrebbero così meno i riferimenti attuali al numero di spettatori allo stadio e davanti alle TV, parametri che hanno finito per premiare per anni i club con il seguito maggiore. Quello nero su bianco nella bozza sembra un approccio più meritocratico, che possa dar vita a una distribuzione più equa tra i diversi club del denaro proveniente dai diritti TV.