Il contrasto alla pirateria digitale compie un passo ulteriore e introduce uno scenario destinato a pesare anche sugli utenti finali. Per la prima volta in Italia, i titolari dei diritti televisivi del calcio – su iniziativa di DAZN, con l'adesione della Lega Calcio Serie A e di Sky Italia – hanno ottenuto dall'Autorità giudiziaria competente i nominativi di oltre duemila utenti già sanzionati per l'utilizzo di IPTV illegali. Grazie al supporto del Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza di Roma, questi dati permettono di avviare nei confronti degli utilizzatori azioni risarcitorie per i danni arrecati a broadcaster e detentori dei diritti.
L'operazione, condotta dal Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza di Roma insieme al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Lecce e coordinata dalla locale Procura, ha smantellato un'infrastruttura IPTV che diffondeva contenuti in violazione della legge sul diritto d'autore (n. 633/41). Attraverso l'analisi di dati anagrafici, bancari e geografici è stato possibile risalire agli utilizzatori dei servizi illegali. L'autorizzazione della Procura ha consentito la trasmissione dei dati ai titolari dei diritti, che ora dispongono delle informazioni necessarie per procedere in sede civile e amministrativa.
Da inizio 2025 gli utenti pirata già sanzionati sono quasi 2.500, mentre oltre 3.000 sono quelli attualmente in fase di identificazione. L'azione si inserisce in una strategia di contrasto che mira non solo a bloccare i gestori delle piattaforme, ma anche a responsabilizzare chi usufruisce dei contenuti trasmessi in modo illecito.
Sul significato di questa svolta è intervenuto Stefano Azzi, CEO di DAZN Italia:
"Guardare illegalmente contenuti mette a rischio chi lo fa e colpisce lo sport alle radici. Non è furbo. Non è gratis. Non è senza conseguenze. Un'azione risarcitoria, che può ammontare a diverse migliaia di euro, equivale a circa dieci anni di abbonamenti legali. Tifare dallo stadio o da casa in modo legale è una scelta sicura per chi guarda e l'unico modo per tenere vivo lo spettacolo che amiamo. Un sentito grazie alle forze dell'ordine ed a tutte le istituzioni per il loro lavoro".
Andrea Duilio, CEO di Sky Italia, ha sottolineato l'impatto economico e culturale della pirateria:
"La lotta alla pirateria non riguarda soltanto chi gestisce le piattaforme illegali: anche chi sceglie di utilizzarle deve essere consapevole di compiere un vero e proprio furto, con conseguenze reali. Questi comportamenti illeciti non solo danneggiano i titolari dei diritti, ma minano interi settori economici e mettono a rischio il lavoro di tante persone. Solo una maggiore consapevolezza può contribuire a una svolta culturale che è ormai indispensabile".
Dello stesso avviso Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Calcio Serie A:
"Si sta concretizzando quanto abbiamo sempre detto ovvero che ‘chi sbaglia paga'. Da oggi, infatti, chi sceglie di vedere contenuti piratati, oltre a essere perseguito e multato dalla Guardia di Finanza, dovrà risarcire i licenziatari dei diritti sfruttati illegittimamente. Finalmente volge al termine l'epoca dell'impunità: il cerchio intorno ai pirati digitali si stringe di mese in mese attraverso un cambio di passo decisivo nella lotta alla pirateria".
Anche la Guardia di Finanza ha evidenziato aspetti positivi emersi nelle operazioni. Il generale Crescenzo Sciaraffa, comandante del Nucleo Speciale Beni e Servizi, ha dichiarato:
"Occorre segnalare un positivo effetto che il Corpo ha rilevato durante le fasi di notifica a domicilio delle sanzioni. Emerge, infatti, la volontà di collaborare del sanzionato che, in alcuni casi, oltre a regolarizzare il pagamento della sanzione all'Erario, ha responsabilmente comunicato alle Fiamme Gialle nuovi dati e notizie sugli organizzatori delle illecite attività, consentendo di attualizzare le investigazioni sulla pirateria. La pirateria, infatti, costituisce un moltiplicatore di illegalità: alimenta i circuiti sommersi del lavoro nero, dell'evasione fiscale, del riciclaggio e della criminalità organizzata e danneggia il tessuto produttivo tecnologico nazionale, gli operatori corretti e gli utenti regolari".