Call of Duty Black Ops 7, il reveal trailer divide la community

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HDblog.it Sep 23, 2025 · 1 min read
Call of Duty Black Ops 7, il reveal trailer divide la community
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Nelle scorse ore Activision ha pubblicato il multiplayer trailer di Call of Duty: Black Ops 7, la cui uscita è prevista per metà novembre - poche settimane dopo Battlefield 6. E se la nuova fatica di EA sembra promettere piuttosto bene, soprattutto in virtù del fatto che il precedente Battlefield 2042 non è stato molto apprezzato, lo stesso non si può dire per lo storico rivale (e leader di mercato).

Le visualizzazioni hanno già superato quota 6 milioni, ma solo circa il 40% delle valutazioni è stato positivo. Forse il riassunto più efficace della situazione è uno dei commenti più votati sotto al video, che dice che la vera mossa eroica è stata non disattivare i commenti. Effettivamente lo stile del trailer stesso è piuttosto lontano da quello che ha reso il franchise famoso - è tutto ripulito e molto colorato, diciamo che non trasmette esattamente quella sensazione drammatica di campo di battaglia. Qualcuno si lamenta anche della scelta della musica di sottofondo, il che può sembrare superficiale, ma in realtà nasconde un problema tutt’altro che semplice e ricorrente quando si parla di franchise.

Call of Duty è in circolazione da più di vent’anni ormai, e possiamo affermare senza tema di smentita che Activision lo ha spremuto parecchio: decine di giochi, iniziative su più piattaforme, progetti di vario tipo, aggiornamenti costanti. Per capirci, è stato uno dei principali argomenti di discussione, e una delle più grandi paure di Sony, quando gli Antitrust mondiali esaminavano l’acquisizione di Activision da parte di Microsoft.

Quando un franchise rimane sulla cresta dell’onda per così tanto tempo, chi lo gestisce si trova davanti a un dilemma apparentemente impossibile. La vecchia fan base probabilmente si sta un po’ erodendo ed è sempre meno rilevante - non è che nessuno dopo i 35 anni giochi più, ma tanti effettivamente si perdono per strada. Bisogna quindi rivolgersi alla generazione che viene, gli adolescenti di adesso - ma come fare, senza alienarsi completamente gli affezionati di un tempo?