Call of Duty: Black Ops 7 richiederà Secure Boot e TPM 2.0 su Windows

https://www.hdblog.it/games/articoli/n627827/call-of-duty-black-ops-7-secure-boot-tpm-2/

HDblog.it Aug 08, 2025 · 2 mins read
Call of Duty: Black Ops 7 richiederà Secure Boot e TPM 2.0 su Windows
Share this

La competizione tra le due più grandi serie di sparatutto militari, Battlefield e Call of Duty, che torneranno a scontrarsi direttamente dopo quattro anni, si combatterà anche sul fronte della sicurezza. Seguendo l'esempio del suo rivale Battlefield 6, Activision ha confermato che anche il suo prossimo titolo, Call of Duty: Black Ops 7, richiederà obbligatoriamente l'attivazione di Windows Secure Boot e la presenza di un chip TPM 2.0 per poter giocare.

Queste misure, volte a contrastare metodi di cheating sempre più sofisticati a livello hardware e di sistema operativo, verranno introdotte gradualmente. Activision ha infatti annunciato ieri, 7 agosto, una fase di test all'interno di Call of Duty: Black Ops 6 in occasione del lancio della nuova Stagione 5. Durante questo periodo di prova, l'attivazione di Secure Boot e TPM 2.0 rimarrà opzionale per i giocatori con hardware compatibile, che vedranno comparire dei messaggi di incoraggiamento ad abilitare la sicurezza aggiuntiva. L'obiettivo è identificare e risolvere eventuali problemi tecnici prima di rendere i requisiti obbligatori per il lancio di Black Ops 7, previsto per la fine del 2025.

Questa scelta, sebbene motivata dalla necessità di proteggere l'integrità del gioco online, ha implicazioni significative per una parte della community. Rende di fatto entrambi i titoli, Battlefield 6 e Black Ops 7, un'esclusiva per i giocatori su sistema operativo Windows, escludendo - almeno per il momento - la crescente base di utenti che gioca su piattaforme basate su Linux, come la popolare console portatile Steam Deck.

Inoltre, Activision ha specificato un'ulteriore restrizione per Black Ops 7: il multiplayer classificato sarà disabilitato per gli utenti che accederanno al gioco tramite i periodi di prova gratuiti del PC Game Pass, una mossa probabilmente mirata a contrastare pratiche scorrette come il boosting.

Sebbene tecnologie come Secure Boot e TPM 2.0 non siano infallibili (e in passato abbiano mostrato vulnerabilità), la loro adozione da parte dei due più grandi publisher del settore sparatutto segna un nuovo standard nella lotta contro i cheater. Si tratta di un compromesso sempre più comune, in cui la richiesta di un maggiore controllo a livello di sistema operativo viene vista come il prezzo da pagare per garantire un ambiente di gioco più equo, anche a costo di una minore accessibilità multipiattaforma.