Tra le nevi perenni del ghiacciaio Corbassière, incastonato a 4.100 metri di quota sul versante settentrionale del massiccio del Grand Combin in Svizzera, una squadra di ricercatori italiani ha allestito il proprio campo. Al riparo di una tenda continuamente scossa dal vento, gli scienziati dellUniversità Ca Foscari di Venezia e dellIstituto di Scienze Polari del CNR stanno conducendo una missione di dodici giorni in condizioni estreme, con temperature che sfiorano i -20°C.
Liniziativa si inserisce nel programma Ice Memory, una fondazione internazionale nata per raccogliere, analizzare e conservare carote di ghiaccio prelevate dai ghiacciai più a rischio del pianeta. Lo scopo è quello di creare un archivio climatico globale destinato alle generazioni future, con sede permanente in Antartide.
Il loro obiettivo è prelevare campioni profondi di ghiaccio prima che linnalzamento globale delle temperature ne provochi lo scioglimento definitivo.
Durante loperazione, ostacoli come il maltempo e guasti tecnici, tra cui la rottura di un cavo dellattrezzatura, hanno rallentato il lavoro, non impedendo al team comunque di raggiungere quasi 100m di profondità. Victor Zagorodnov, veterano delle perforazioni glaciali, ha raccontato delle difficoltà psicologiche affrontate in ambienti così ostili, paragonando lesperienza a un lungo addestramento mentale.
Il ghiaccio raccolto sarà diviso: una parte studiata in Italia, laltra conservata in Antartide, dove sarà custodita in una grotta scavata appositamente per creare un archivio glaciale mondiale. Carlo Barbante, cofondatore della Ice Memory Foundation, ha concluso che:
I ghiacciai sono serbatoi dacqua essenziali per milioni di persone. Raccogliere e conservare queste testimonianze è un dovere verso le generazioni future.