Capgemini: pubblica amministrazione ambiziosa su AI, carente in gestione dati

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HDblog.it May 26, 2025 · 3 mins read
Capgemini: pubblica amministrazione ambiziosa su AI, carente in gestione dati
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Nel 2025, l'intelligenza artificiale non è più un'ipotesi futuribile per i governi. Secondo il nuovo studio "Data foundations for government – From AI ambition to execution" del Capgemini Research Institute, il 64% delle organizzazioni pubbliche a livello globale sta già esplorando o impiegando la Gen AI per migliorare i servizi, e il 90% prevede di testare o implementare l'AI agentica entro i prossimi due-tre anni. Tuttavia, l'effettiva capacità di tradurre queste ambizioni in risultati concreti resta limitata: meno di un quarto degli enti pubblici ha raggiunto un'elevata maturità in uno qualsiasi degli ambiti chiave della data readiness.

GEN AI E AI AGENTICA

Il report, che ha coinvolto 350 organizzazioni pubbliche in tutto il mondo, evidenzia come la difesa (82%), la sanità (75%) e la sicurezza (70%) siano i settori più avanzati nell'adozione della Gen AI, mentre solo il 21% delle organizzazioni ha effettivamente avviato progetti pilota o implementazioni. La stessa dinamica si ritrova nell'AI agentica: il 90% degli enti pubblici intende valutarla, testarla o adottarla a breve termine, ma solo il 6% pianifica una reale scalabilità. Il forte interesse riguarda tutti i livelli istituzionali, ma con un divario netto tra agenzie nazionali (76% già coinvolte nella Gen AI) e quelle regionali o locali (rispettivamente 59% e 52%).

Le applicazioni più diffuse includono assistenti virtuali per i cittadini, sintesi dei contenuti, knowledge management e automazione dei flussi amministrativi. In alcuni casi, come quello della contea di Sullivan nello Stato di New York, l'introduzione di un assistente virtuale Gen AI ha ridotto del 56% le chiamate in entrata agli uffici pubblici, migliorando l'efficienza e il servizio.

LE CARENZE STRUTTURALI DEI DATI

L'entusiasmo per l'AI si scontra però con solide barriere strutturali. Solo il 10% delle organizzazioni dichiara una buona maturità nell'infrastruttura dati, il 9% nella cultura dei dati e appena il 7% nelle competenze analitiche e AI. Complessivamente, il 67% degli enti pubblici è in ritardo nella costruzione di una vera data mastery, cioè nella combinazione di tecnologie, processi e comportamenti per sfruttare al meglio i dati. Il risultato è che appena il 6% degli enti ha portato la Gen AI in produzione, mentre solo il 21% possiede i dati necessari ad addestrare modelli AI su scala.

Il quadro è aggravato dalla frammentazione tra reparti, dalla lentezza nell'adozione di soluzioni cloud scalabili e dall'assenza di processi strutturati per la sperimentazione e l'adozione dell'AI. Secondo Capgemini, la mancanza di una cultura del dato, unita a una visione ancora troppo conservativa, ostacola l'adozione di AI anche dove le tecnologie sarebbero disponibili.

FIDUCIA, SICUREZZA E SOVRANITÀ

Il 79% delle organizzazioni pubbliche individua nella sicurezza dei dati il principale ostacolo all'adozione dell'AI, seguito dalla sfiducia nei risultati (74%) e dalle problematiche legate alla sovranità dei dati (71%). A preoccupare sono anche l'etica dell'AI, le limitazioni di budget e la carenza di potenza computazionale. In Europa, solo il 36% degli enti si dichiara pronto a rispettare i requisiti dell'AI Act, entrato in vigore nell'agosto 2024, che impone requisiti stringenti su trasparenza, tracciabilità e non discriminazione dei sistemi AI, specialmente per quelli ad alto rischio.

In questo contesto, la questione della AI sovereignty acquista centralità: il 52% delle organizzazioni teme di perdere controllo su dati e modelli addestrati all'estero. Anche il 64% esprime timori sulla sovranità dei dati e il 58% su quella del cloud. Un esempio di risposta è l'iniziativa "ZenDiS" del governo tedesco, pensata per rafforzare l'autonomia digitale con soluzioni open source e infrastrutture proprietarie.

DATA SHARING E NUOVI RUOLI

Il report sottolinea come la condivisione dei dati sia indispensabile per il successo dei modelli AI e per rispondere a sfide complesse che richiedono l'integrazione di informazioni da più fonti. Tuttavia, il 65% delle organizzazioni è ancora in fase di pianificazione o sperimentazione, e solo l'8% ha portato queste iniziative a pieno regime. Le ragioni del ritardo sono culturali, oltre che tecniche: la fiducia tra enti e l'adozione di standard comuni restano problematiche non risolte.

Nel frattempo, cresce l'importanza di figure dirigenziali dedicate. Il 64% delle organizzazioni ha già nominato un Chief Data Officer, mentre il 27% dispone di un Chief AI Officer. Queste percentuali sono destinate a crescere nei prossimi anni, a dimostrazione del ruolo strategico che l'AI sta assumendo nella pubblica amministrazione.