Il 13 maggio 2025, la capsula di rientro W-3 della startup statunitense Varda Space Industries ha toccato con successo il suolo australiano presso il Koonibba Test Range, nel sud dell’Australia. Il veicolo spaziale ha concluso così una missione interamente dedicata alla raccolta di dati destinati alla ricerca militare nel campo dell’ipersonica, un settore strategico per le future tecnologie spaziali e di difesa.
L’azienda, con sede in California, ha comunicato che la capsula è rientrata nell’atmosfera terrestre a velocità superiori a Mach 25, ossia oltre 30.000 km/h, affrontando un ambiente estremo che solo test in condizioni reali possono riprodurre con simile precisione. L’obiettivo principale della missione era testare un’unità di misura inerziale (IMU) sviluppata per l’aeronautica militare statunitense dall’azienda Innovative Scientific Solutions Incorporated (ISSI). Le IMU sono sensori elettronici avanzati che rilevano accelerazioni e rotazioni, offrendo dati essenziali per la navigazione autonoma di veicoli in ambienti dove i segnali GPS non sono affidabili o sono del tutto assenti, come accade in alcune aree di guerra o durante operazioni spaziali.
La missione W-3 è stata lanciata il 14 marzo dalla base di Vandenberg, in California, a bordo di un satellite Pioneer realizzato da Rocket Lab, e ha rappresentato la terza operazione di questo tipo condotta da Varda.
È inoltre la seconda volta che una capsula dell’azienda atterra nel sito australiano: la missione precedente, W-2, era rientrata nella stessa area il 28 febbraio, trasportando un sensore sperimentale della Air Force Research Laboratory. Quel dispositivo aveva il compito di raccogliere dati sulle emissioni spettrali generate dal plasma che si forma durante il rientro atmosferico.
Il primo esperimento della serie, la missione W-1, era invece avvenuto nel 2024 e si era concluso con l’atterraggio in Utah, segnando una tappa storica come primo rientro commerciale su suolo statunitense. Da allora, Varda ha mostrato un chiaro interesse nel consolidare una cadenza più frequente di lanci, puntando su una strategia di sviluppo basata su test iterativi a basso costo. Questo approccio, spiegano i responsabili dell’azienda, permette una sperimentazione continua in ambienti ipersonici reali, accelerando la maturazione di tecnologie fondamentali sia per la sicurezza nazionale che per l’economia orbitale emergente.
Dave McFarland, vicepresidente di Varda per i test di rientro e le tecnologie ipersoniche, ha sottolineato che “la missione W-3 fornirà dati senza precedenti per spingere avanti le capacità spaziali e difensive di nuova generazione, contribuendo allo sviluppo di strumenti sempre più sofisticati per la comunità scientifica e militare”.