Nonostante un calo generale dei prezzi dell'energia nel 2024, le famiglie italiane si trovano ancora ad affrontare bollette di luce e gas tra le più care dell'Eurozona, superate solo dalla Germania. Questo è quanto emerge dalla Relazione annuale 2024 di ARERA (Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente), che punta il dito contro l'eccessivo peso di imposte e oneri di sistema, responsabili di annullare i benefici derivanti dalla diminuzione del costo della materia prima.
COMPONENTE FISCALEI dati ARERA rivelano un quadro chiaro: il prezzo dell'elettricità per le famiglie italiane si attesta a 35,70 centesimi di euro per kilowattora (c€/kWh). La Germania fa peggio con 41,13 c€/kWh, ma Paesi come Francia (28,03 c€/kWh) e Spagna (26,26 c€/kWh) godono di tariffe significativamente più basse.
La motivazione principale di questo divario non risiede nel costo della materia prima, che ha anzi registrato un calo del 21%, bensì nell'elevata incidenza delle componenti fiscali. Tasse e oneri in Italia sono aumentati del 28%, rendendo la componente fiscale italiana la più alta d'Europa, con un divario del 51% rispetto alla Francia e del 36% rispetto alla Spagna.
Anche sul fronte del gas la situazione è allarmante. Nel 2024, il prezzo medio per i consumatori domestici italiani è salito del 15,1%, raggiungendo i 13,1 centesimi di euro al kWh, un valore superiore del 5,3% alla media dell'Eurozona. Questo aumento è imputabile principalmente alla crescita dei costi di rete e alla fine degli sconti governativi, in particolare il ripristino dell'IVA ordinaria e la reintroduzione degli oneri di sistema, che hanno fatto lievitare la componente fiscale da zero a 3,2 c€/kWh. Così, mentre nel 2023 gli italiani pagavano il gas meno della media europea, nel 2024 la tendenza si è completamente invertita.
MERCATO LIBEROLa relazione ARERA solleva anche criticità significative riguardo al mercato libero dell'energia. Con la fine del mercato tutelato, ben 3,6 milioni di utenti hanno optato per il Servizio a Tutele Graduali (STG), una scelta che si è rivelata vincente. Infatti, il mercato al dettaglio si dimostra ancora troppo complesso e poco trasparente, con prezzi storicamente e attualmente più alti rispetto ai servizi di tutela e tutele graduali. Il differenziale di costo può arrivare fino al 40%, penalizzando i consumatori che spesso si lasciano attrarre da offerte apparentemente convenienti ma che poi si rivelano più onerose.
Per far fronte a questa problematica, da luglio 2025 verrà introdotta una bolletta più semplice e trasparente, con un "scontrino dell'energia" che mostrerà chiaramente la formula "quantità x prezzo". L'obiettivo è aiutare i consumatori a comprendere meglio la propria spesa e a confrontarla efficacemente con le diverse offerte presenti sul mercato.
Infine, ARERA non risparmia critiche agli operatori del settore. Le ispezioni hanno portato a contestazioni per 8,4 milioni di euro e hanno permesso di "sbloccare" 2,4 milioni di euro di bonus sociali non erogati. Nel corso dell'anno sono stati avviati procedimenti sanzionatori contro 8 venditori per pratiche scorrette di teleselling, con sanzioni totali che ammontano a 4,9 milioni di euro nel 2024. Il numero di chiamate gestite dallo Sportello per il Consumatore (oltre 1 milione) e i 21 milioni di euro recuperati tramite il Servizio Conciliazione per i consumatori caduti in "trappole" contrattuali, evidenziano un chiaro problema di poca trasparenza nelle proposte commerciali.