Chi è Beatrice Venezi e perché la sua nomina alla Fenice ha diviso l'intero teatro

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(La redazione di fem) Sep 26, 2025 · 5 mins read
Chi è Beatrice Venezi e perché la sua nomina alla Fenice ha diviso l'intero teatro
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Il Teatro La Fenice è in stato di agitazione: la nomina di Beatrice Venezi a nuova direttrice musicale ha spaccato l’istituzione veneziana e scatenato una rivolta interna. Prima l’orchestra, poi tutti i lavoratori hanno chiesto a gran voce la revoca dell’incarico. Ma perché? ìBeatrice Venezi si fa chiamare "direttore" e non "direttrice"

Chi è Beatrice Venezi e perché la sua nomina alla Fenice ha fatto esplodere la rivolta

Una nomina che divide

Il Teatro La Fenice di Venezia, una delle istituzioni liriche più prestigiose d’Europa, è in subbuglio. La nomina di Beatrice Venezi come nuova direttrice musicale, comunicata il 22 settembre con una nota ufficiale, ha scatenato una protesta senza precedenti: prima l’orchestra, poi l’intero corpo dei lavoratori hanno chiesto a gran voce la revoca dell’incarico, dichiarando lo stato di agitazione permanente. Nel mirino non c’è solo il metodo della scelta, giudicato opaco e calato dall’alto, ma soprattutto il profilo della musicista, considerato inadeguato a reggere un ruolo tanto delicato.

Chi è Beatrice Venezi e perché il suo curriculum non è ritenuto adeguato?

Classe 1990, toscana, Beatrice Venezi è una delle direttrici d’orchestra più note della sua generazione. Formata tra l’Italia e l’estero, è stata applaudita per aver portato la musica classica in contesti nuovi, parlando a un pubblico giovane con un linguaggio diretto e mediatico. Nel 2020 è stata inserita da Forbes tra le 100 donne italiane di successo e ha collaborato con orchestre in Europa, Russia e Giappone.

La sua notorietà non deriva solo dall’attività artistica: dal 2022 è consigliera per la musica al ministero della Cultura e spesso è stata accostata a posizioni vicine alla destra politica, diventando un volto ricorrente anche nel dibattito pubblico e televisivo.

Il nuovo incarico alla Fenice, che dovrebbe partire ufficialmente a ottobre 2026 con un mandato fino al 2030, rappresenterebbe per lei il primo ruolo apicale in un grande teatro d’opera internazionale.

Perché l’orchestra è in rivolta

Il punto cruciale contestato dai musicisti riguarda l’esperienza. Nella loro lettera indirizzata al sovrintendente Nicola Colabianchi, gli orchestrali hanno sottolineato che Venezi non ha mai diretto né opere né concerti sinfonici in cartellone alla Fenice e che il suo curriculum non è comparabile a quello delle “grandi bacchette” che in passato hanno ricoperto la direzione musicale.

Secondo l’orchestra, una nomina così fragile dal punto di vista artistico rischia di compromettere la reputazione internazionale del teatro. A sostegno della tesi, i musicisti parlano di “prime disdette” già arrivate da parte di abbonati storici dopo l’annuncio, segnale di un malcontento che non riguarda solo le maestranze interne ma anche una parte del pubblico.

La frattura con la governance

Oltre al curriculum, a pesare è stato anche il metodo della nomina. I musicisti hanno denunciato di aver appreso della scelta “solo dai giornali”, in contrasto con quanto promesso dal sovrintendente nei precedenti incontri. Una mancanza di trasparenza che, a detta dei lavoratori, ha rotto definitivamente il patto di fiducia tra direzione e orchestra.

L’assemblea generale dei dipendenti, circa 300 persone tra tecnici, amministrativi e artisti, si è schierata compatta al fianco dell’orchestra, votando all’unanimità per lo stato di agitazione. La mobilitazione potrebbe presto tradursi in scioperi, manifestazioni e sit-in, riportando La Fenice al centro di tensioni sindacali che già nel 2024 avevano causato più di uno stop alle rappresentazioni.

Una nomina politica più che artistica?

Molti osservatori hanno letto dietro la scelta di Venezi un disegno politico. La sua nomina è arrivata con il sostegno del sovrintendente Colabianchi, vicino a Fratelli d’Italia, e con l’avallo del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, presidente della Fondazione Teatro La Fenice. Anche l’ex sovrintendente Cristiano Chiarot ha parlato apertamente di “decisione politica”, priva del peso artistico che la carica richiede.

Per i musicisti e i lavoratori, il rischio è che la Fenice perda la sua credibilità internazionale, sacrificata a logiche esterne al mondo della musica.

Le controversie passate di Beatrice Venezi

La carriera di Beatrice Venezi non è mai stata priva di polemiche. Già al Festival di Sanremo 2021, invitata come ospite e giurata, aveva fatto discutere chiedendo esplicitamente di essere chiamata “direttore d’orchestra” e non “direttrice”. Una scelta linguistica che molti hanno letto come un segnale politico, in sintonia con l’impostazione del governo di destra, dove anche Giorgia Meloni rifiuta il titolo di “presidentessa". Per diversi osservatori, dietro quel rifiuto del genere grammaticale c’era il timore di una svalutazione simbolica, come se il femminile suonasse meno autorevole del maschile.

Cosa hanno detto i politici su di lei

La nomina di Venezi alla Fenice ha trovato sponde importanti nel mondo politico. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervistato poche ore dopo l’annuncio, l’ha difesa apertamente parlando di “un talento italiano da valorizzare, un esempio di eccellenza giovanile e femminile che porta la nostra cultura nel mondo”. Parole che si scontrano con la dura opposizione dei musicisti e dei lavoratori del teatro, che vedono nella scelta una decisione di natura più politica che artistica.

Non è la prima volta che il nome di Beatrice Venezi viene associato a un’agenda politica. Dal 2022, infatti, è consigliera per la musica al Ministero della Cultura, ruolo che l’ha resa un punto di riferimento istituzionale e mediatico per il governo. Venezi non ha mai rivendicato direttamente un’appartenenza politica, ma è percepita come vicina alla destra.

Se per alcuni rappresenta un volto fresco e capace di dare nuova visibilità alla musica classica, per altri la sua nomina alla Fenice appare come un simbolo di ingerenza politica in un ambito che dovrebbe restare indipendente, fondato unicamente su criteri di merito artistico.

E adesso?

Il mandato di Venezi dovrebbe cominciare tra un anno, ma la crisi è già esplosa. Con lo stato di agitazione dichiarato, la tensione è altissima e non si escludono scioperi che potrebbero condizionare la programmazione della prossima stagione.

La palla passa ora alla governance del teatro e alle istituzioni, chiamate a rispondere a un “no” compatto che suona come un ultimatum. 

La Fenice, insomma, è in rivolta. E la partita sulla poltrona della sua futura direttrice musicale è appena cominciata.