Cina, il braccio robotico da 60 tonnellate che punta al Sole artificiale

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HDblog.it Sep 24, 2025 · 2 mins read
Cina, il braccio robotico da 60 tonnellate che punta al Sole artificiale
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La Cina ha presentato un sistema robotico destinato a un compito estremamente concreto: la manutenzione dei futuri reattori a fusione. Il nuovo braccio meccanico sviluppato a Hefei, presso l’Istituto di Fisica del Plasma dell’Accademia Cinese delle Scienze, è capace di sollevare carichi fino a 60 tonnellate – l’equivalente di dieci elefanti africani – e di farlo con una precisione nell’ordine dei millimetri. Non si tratta di un dettaglio: nelle camere dei reattori a fusione, componenti come i rivestimenti interni o i divertori devono resistere a temperature e radiazioni estreme e richiedono interventi regolari, impossibili per operatori umani.

Il sistema, chiamato CRAFT (Comprehensive Research Facility for Fusion Technology), include tre bracci robotici: uno principale, responsabile delle movimentazioni pesanti, e due secondari, pensati per operazioni di precisione. Durante i test, il manipolatore maggiore ha dimostrato un’accuratezza verticale di circa 3-4 millimetri, mentre i bracci più piccoli hanno raggiunto una ripetibilità di posizione pari a ±0,01 millimetri. Si tratta, secondo i media statali cinesi, del sistema di manipolazione remota più avanzato al mondo nel settore della fusione.

CRAFT non è un esperimento isolato e fa parte di una strategia più ampia che vede la Cina investire massicciamente sulla fusione nucleare, con progetti come EAST, il cosiddetto “Sole artificiale”, e il futuro Burning Plasma Experimental Superconducting Tokamak, previsto per il 2027. Il nome stesso della piattaforma, Kuafu, richiama la figura mitologica che inseguiva il Sole, simbolo evidente delle ambizioni cinesi di dominare questa tecnologia.

La precisione e la capacità di sollevamento di questo sistema potrebbero essere applicate anche in altri ambiti, dalle ispezioni in centrali nucleari all’aerospazio, dalla gestione di macchinari pesanti fino a scenari di soccorso in condizioni estreme. Gli esperti sottolineano come lo sviluppo dei materiali, dei sensori e dei sistemi di controllo necessario per CRAFT costituisca un patrimonio tecnologico che potrà contribuire anche ai progetti internazionali, come ITER in Francia, che coinvolge 35 Paesi.

Attualmente oltre 300 scienziati e ingegneri lavorano al completamento della piattaforma, previsto entro fine anno. L’idea è che un sistema simile diventi uno strumento fondamentale per la manutenzione regolare dei reattori, permettendo di sostituire componenti usurati senza dover arrestare per lunghi periodi l’impianto. È un tassello in più verso la fusione, l’energia pulita e potenzialmente illimitata che da decenni rappresenta il “Sacro Graal” della ricerca energetica.