La Cina ha svelato al mondo un’arma che potrebbe segnare un cambio di passo nella guerra aerea: il GJ-11 “Sharp Sword”, il primo drone da combattimento stealth progettato per operare da navi portaerei. Secondo fonti militari, al momento non esisterebbero altri sistemi operativi con queste caratteristiche, rendendolo un primato tecnologico in ambito navale.
Il GJ-11 nasce dall’evoluzione di un programma iniziato nel 2013, quando il prototipo volò per la prima volta. Ufficialmente presentato sei anni più tardi, il velivolo è stato recentemente mostrato durante la parata per la Giornata della Vittoria a Pechino. In quell’occasione, osservatori hanno notato la presenza di cerniere pieghevoli sulle ali, dettaglio che ne conferma l’adattamento a operazioni navali: un accorgimento che permette al drone di essere sistemato negli hangar delle portaerei.
Prodotto dalla Hongdu Aviation Industry Group, parte del colosso statale Avic, il GJ-11 presenta una configurazione “flying wing”, priva di fusoliera e coda distinte, che riduce al minimo la traccia radar.
Con 10 metri di lunghezza e 14 di apertura alare, sfrutta prese d’aria superiori per nascondere le pale del motore e utilizza rivestimenti simili a quelli impiegati sui caccia stealth cinesi. Il velivolo è alimentato da un turbofan che gli consente di raggiungere 1.111 km/h, poco sotto la velocità del suono, con una capacità di carico fino a 2.000 kg distribuiti in due baie interne.
Oltre alle bombe guidate, il drone può montare sensori per missioni di sorveglianza e ricognizione. Una caratteristica chiave è la sua capacità di operare in modalità autonoma: può decollare, svolgere la missione e rientrare senza intervento diretto degli operatori. Non si limita a colpire bersagli, ma può anche agire come “loyal wingman”, cioè come supporto ai caccia con pilota a bordo. Nel 2022, ad esempio, avrebbe volato insieme a un J-20, l’aereo da combattimento più avanzato della Cina.
Secondo il South China Morning Post, il GJ-11 avrebbe un raggio operativo superiore a 1.500 km, sufficiente per coprire aree strategiche come Taiwan, il Mar Cinese Meridionale e parte del Giappone. La possibilità di essere imbarcato su portaerei come la Sichuan e la Fujian aumenta la proiezione di potenza di Pechino nella regione. Una flotta di questi droni, capace di comunicare in tempo reale tra loro e con i centri di comando a terra, potrebbe svolgere missioni coordinate, con uno dei velivoli adibito a nodo di controllo per gli altri.