Il mese appena concluso si è classificato come il secondo maggio più caldo mai registrato a livello globale, secondo quanto rivelato dall'ultimo bollettino del servizio Copernicus sul Cambiamento Climatico (C3S). Con una temperatura media globale dell'aria in superficie di 15,79°C, lo scorso mese ha superato la media del periodo 1991-2020 di 0,53°C e si è posizionato quasi un grado e mezzo al di sopra del riferimento pre-industriale (1850-1900). Sebbene questo dato interrompa una sequenza senza precedenti di 21 mesi su 22 con temperature superiori a 1,5°C rispetto al periodo pre-industriale, gli scienziati avvertono che non c'è motivo di festeggiare.
Carlo Buontempo, direttore del C3S, ha sottolineato che, nonostante questa breve tregua, è quasi certo che la soglia di 1,5°C verrà nuovamente superata in un futuro prossimo a causa del persistente riscaldamento globale. Tuttavia, questa "pausa" è un segnale ambiguo. Da un lato, potrebbe sembrare un alleggerimento della pressione sul pianeta, dall'altro, la persistenza del surriscaldamento globale non permette illusioni sulla fine di questa crisi climatica.
CONSEGUENZELe conseguenze del caldo record si sono manifestate in modo drammatico in regioni particolarmente vulnerabili come la Groenlandia e l'Islanda. Un'ondata di calore a maggio 2025 ha causato uno scioglimento della calotta glaciale groenlandese a una velocità molto superiore al normale, come evidenziato da uno studio del World Weather Attribution.
In Islanda, il 15 maggio, l'aeroporto di Egilsstaðir ha registrato una temperatura di 26,6°C, superando il record precedente. Queste temperature anomale, fino a 10 gradi sopra la media in alcune aree, minacciano seriamente ecosistemi e società locali. Le infrastrutture, progettate per climi freddi, sono a rischio a causa dello scioglimento del ghiaccio, mentre l'immissione di enormi quantità di acqua dolce negli oceani salati potrebbe rallentare la corrente oceanica che regola il clima globale, con ripercussioni sui modelli meteorologici e sulla vita marina.
A livello di primavera boreale (marzo-maggio 2025), la media globale si è attestata come la seconda più alta di sempre, solo dietro quella del 2024, con 0,59°C sopra i livelli del periodo 1991-2020. In Europa, la primavera ha mostrato un quadro contrastante: condizioni più secche nel nord e ovest, e più umide nel sud e nord-ovest della Russia.
La temperatura media europea di maggio 2025 è stata di 12,98°C, leggermente al di sotto della media (0,29°C) rispetto allo stesso mese del periodo 1991-2020. Si è registrato un chiaro divario termico all'interno del continente: temperature inferiori alla media nell'Europa orientale, Italia orientale, Balcani e Finlandia, e superiori alla media nell'Europa occidentale.
Al di fuori dell'Europa, temperature ben al di sopra della media si sono riscontrate nell'Antartide occidentale, gran parte del Medio Oriente, Asia occidentale, nord della Russia e nord del Canada, mentre India, Alaska, Africa meridionale e Antartide orientale hanno registrato temperature inferiori alla media.
In conclusione, maggio 2025 ci ha offerto un barlume di speranza con una lieve interruzione di una tendenza allarmante. Tuttavia, la gravità delle conseguenze osservate a livello regionale e la previsione degli scienziati che la soglia di 1,5°C verrà presto superata, ci ricordano che la lotta contro il surriscaldamento globale è più urgente di quello che pensiamo.