Inizia ufficialmente oggi 22 settembre a New York la Climate Week, importante appuntamento sul clima in cui capi di governo, ministri, leader aziendali, ricercatori e attivisti si incontrano per discutere le linee programmatiche che indirizzeranno le decisioni e le azioni sul clima per gli anni a venire. L'evento è stato organizzato in concomitanza con l'80a Assemblea generale delle Nazioni Unite attualmente in corso al Palazzo di Vetro dell'ONU.
I cambiamenti climatici in atto sembrano non fare effetto su parte del mondo politico mondiale: si va verso la Cop30 che si terrà a novembre a Bélem senza comunione d'intenti, i Paesi dell'Unione Europea non hanno nemmeno ancora presentato i nuovi Contributi Determinati a Livello Nazionale (Ndc) che il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Gutierres ha più volte ordinato di portare in Brasile, senza parlare poi del non-contributo che quasi certamente arriverà dagli Stati Uniti che sotto la presidenza Trump si stanno via via ritirando da tutti gli impegni in materia ambientale presi dalle amministrazioni precedenti.
C'è ancora un aspetto da considerare: alla Climate Week di New York non ci sarà nessuna delegazione "ufficiale" italiana. La premier Giorgia Meloni ha già fatto sapere che non parteciperà ai lavori, e sarà assente (per questioni politiche, pare) anche Francesco Corvaro, professore dell'Università Politecnica delle Marche nominato dal governo di Roma Inviato Speciale per il cambiamento climatico.
Insomma, né l'Italia, né l'Unione Europea hanno le idee chiare sul da farsi, con l'obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni entro il 2040 ormai a serio rischio. L'accordo sugli Ndc è stato (volutamente) rimandato a fine ottobre, quando molto probabilmente sarà troppo tardi per portare i risultati alla Cop30 del mese successivo. A quanto pare l'azione del capo negoziatore Patriots for Europe ha portato ai risultati desiderati: il gruppo di estrema destra clima-scettico non ha mai appoggiato il piano europeo per il 2040, facendo ostruzionismo presso gli organi comunitari per rallentare (e bloccare) il processo decisionale.
C'è la speranza che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen fornisca giustificazioni costruttive sul ritardo accumulato dall'Unione, anche se questo non basterà per definire una visione condivisa in previsione della Cop30. Una nota finale: per domani è atteso l'intervento alla Climate Week del presidente cinese Xi Jinping, fortemente interessato a rendere il suo Paese nuovo punto di riferimento per le politiche ambientali globali.