Come si fotografa la Luna? L’Europa simula un allunaggio per testare le riprese

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HDblog.it Jun 05, 2025 · 2 mins read
Come si fotografa la Luna? L’Europa simula un allunaggio per testare le riprese
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Imparare a filmare un allunaggio come si deve non è semplice, nemmeno oggi. A dispetto delle tecnologie ultra moderne e delle telecamere 8K, riprendere l’arrivo di astronauti sulla Luna resta una sfida tecnica e ambientale. Lo sa bene l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), che in collaborazione con il Centro aerospaziale tedesco (DLR) ha messo in piedi una simulazione avanzata presso la struttura LUNA, a Colonia, per allenare fotografi e videomaker a documentare le future missioni lunari.

Qui, in un paesaggio artificiale che imita fedelmente il suolo lunare, due astronauti — Matthias Maurer e Aidan Cowley — si sono mossi sotto l’occhio attento di telecamere e fotografi professionisti. L’obiettivo non è ingannare il pubblico o simulare un falso sbarco, bensì comprendere come gestire al meglio luci, ombre, polvere e trasmissione dati in un contesto extraterrestre.

Gli esperti del gruppo CCSDS (Consultative Committee for Space Data Systems), provenienti da 28 Paesi, hanno partecipato all’esperimento, mettendo alla prova camere ad alta risoluzione e testando scenari realistici. Melanie Cowan, rappresentante ESA nel team, ha descritto l’esperienza come “la cosa più vicina possibile a un vero ambiente lunare”. Talmente realistico da costringere i partecipanti a indossare tute protettive contro la polvere simulata, così sottile da insinuarsi ovunque, proprio come quella vera raccolta durante le missioni Apollo.

Riprendere immagini nitide sul nostro satellite comporta difficoltà che pochi immaginano: l’assenza di atmosfera non solo impedisce la diffusione della luce, ma crea contrasti estremi tra ombra e luce diretta. Un lato di un oggetto può risultare sovraesposto, mentre l’altro rimane completamente nero. Inoltre, il lento alternarsi del giorno e della notte lunare, che dura due settimane ciascuno, implica cambiamenti graduali ma continui delle condizioni di luce. Per questo, all’interno della struttura LUNA sono stati testati diversi simulatori solari e tecniche di illuminazione per capire quale sistema restituisca un’immagine fedele.

Un punto centrale è anche l’uso dell’HDR, la gamma dinamica elevata, che consente di recuperare dettagli sia nelle zone in ombra che in quelle illuminate. I test hanno dimostrato che questa tecnologia sarà fondamentale per le future riprese lunari. In parallelo, aziende come Nikon stanno già collaborando con NASA: la fotocamera Nikon Z9, dotata di HDR e registrazione UHD, sarà una delle protagoniste delle future missioni Artemis.

Ma ottenere una buona immagine è solo metà del lavoro. Trasmetterla a Terra è una sfida a parte. Il ritardo di 1,3 secondi tra Luna e Terra, unito al limitato flusso dati disponibile, obbliga le agenzie a comprimere i video senza perdere qualità. Filmati con molto movimento, in particolare, tendono a “uccidere” gli encoder, saturando la capacità di trasmissione.

Proprio per affrontare questi limiti, ESA sta sviluppando l’iniziativa Moonlight: entro il 2030 sarà lanciata una costellazione di cinque satelliti attorno alla Luna, pensata per fornire comunicazioni ad alta velocità e supporto alla navigazione. Uno di questi sarà interamente dedicato a facilitare il trasferimento di immagini e video dalla superficie lunare alle stazioni terrestri.

Le immagini raccolte durante la simulazione a Colonia non sono solo belle fotografie: saranno materiale prezioso per addestrare gli astronauti, configurare le impostazioni delle camere e prevedere le dimensioni dei file da trasmettere. Il tutto per arrivare preparati, quando sarà il momento, a documentare nel modo migliore il ritorno dell’uomo — e della donna — sulla Luna.