Per comprendere la natura del problema, è fondamentale conoscere il concetto di "profili" di Android. Questi sono spazi isolati con dati delle app separati dall'utente principale, ma che condividono con il resto dei dati alcune impostazioni a livello di sistema. Il "work profile" è il tipo più noto, ma ne esistono altri. Ad esempio, Android 14 ha introdotto i profili "clone" per eseguire più istanze di un'app, mentre Android 15 ha aggiunto i profili "privati" per supportare la funzione Private Space di Google.
Quando Samsung ha introdotto l'Area Personale nel 2017, l'unica opzione era implementarla come un "work profile". Sebbene questo funzionasse nella maggior parte dei casi, creava un problema fondamentale: alcuni componenti di sistema identificavano erroneamente l'Area Personale come un profilo di lavoro standard. Questo era problematico perché tali componenti non lo trattavano come lo spazio altamente sicuro che doveva essere, il che poteva portare a rivelare involontariamente le informazioni sensibili al suo interno.
Fortunatamente, One UI 8 risolve questa falla riclassificando l'Area Personale come un "profilo privato". La modifica, apparentemente minore, fa la differenza, assicurando che il Photo Picker e il Permission Controller di Google ora riconoscano correttamente l'Area Personale come uno spazio protetto e nascondano adeguatamente i suoi file e le informazioni sulle app.
Nonostante questo significativo miglioramento, persiste una questione: l'Area Personale aggiornata non si integra ancora con i launcher di terze parti nonostante Google ne abbia abilitato il supporto con Android 15. Sta a Samsung, dunque, riempire questa lacuna implementando le API necessarie.