Congedo parentale fino ai 14 anni: le novità della Legge di Bilancio 2026

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(La redazione di fem) Oct 22, 2025 · 8 mins read
Congedo parentale fino ai 14 anni: le novità della Legge di Bilancio 2026
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Con la prima bozza della Legge di Bilancio 2026 il Governo propone un significativo cambiamento per le famiglie italiane: il diritto al congedo parentale potrà essere esercitato fino al compimento del quattordicesimo anno di età del figlio (oggi è fissato a 12). Inoltre, ciascun genitore potrà astenersi dal lavoro fino a 10 giorni all’anno per la malattia del figlio tra i 3 e i 14 anni (anziché 5 giorni fino agli 8 anni). La misura si inserisce in un più ampio pacchetto di sostegno alla genitorialità e alla conciliazione lavoro-vita privata previsto dalla Manovra.

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Cos’è il congedo parentale e come funziona oggi

La normativa attuale in Italia

Il congedo parentale è un diritto riconosciuto ai genitori lavoratori per accudire i figli piccoli. Attualmente, secondo il D.Lgs. 151/2001, il congedo può essere richiesto fino al dodicesimo anno di età del bambino, con una retribuzione pari al 30% della normale paga per i giorni di congedo obbligatorio.

Il congedo può essere fruito da entrambi i genitori e alternato o frazionato, con limiti di utilizzo che garantiscono la copertura minima del lavoro, ma permettono una gestione flessibile della vita familiare. La normativa vigente stabilisce, inoltre, che i periodi di congedo siano cumulabili tra i genitori, purché rispettino le regole INPS.

Chi può usufruirne e come si richiede

Possono richiedere il congedo parentale tutti i genitori lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico sia privato, compresi i lavoratori domestici e alcuni collaboratori. La domanda si presenta online tramite il portale INPS, allegando documenti come certificato di nascita, codice fiscale e eventuali dichiarazioni di altri genitori.

I genitori single o adottivi hanno accesso agli stessi benefici, con alcune modalità semplificate per la fruizione totale del congedo da parte di un solo genitore. È importante rispettare i tempi di comunicazione all’azienda per garantire la continuità lavorativa e la regolarità dei contributi.

Cosa cambia con la Manovra 2026: congedo fino ai 14 anni

Estensione dell’età: da 12 a 14 anni

La grande novità della Manovra 2026 riguarda proprio l’età fino a cui è possibile usufruire del congedo parentale: si passa dai 12 ai 14 anni. Questo significa che i genitori potranno assistere i figli anche durante la fase della pre-adolescenza, un periodo cruciale per la crescita e lo sviluppo emotivo.

Secondo le stime del Ministero del Lavoro, oltre 1,5 milioni di famiglie potranno beneficiare della nuova norma, con un impatto significativo sul benessere dei nuclei familiari e sulla capacità dei genitori di conciliare lavoro e vita privata.

Più giorni per la malattia dei figli

Un’altra modifica importante riguarda i giorni di permesso retribuiti per la malattia dei figli. Oggi, i genitori hanno diritto a 5 giorni all’anno per figli dai 3 agli 8 anni; con la nuova legge, il beneficio si estende a 10 giorni all’anno e fino ai 14 anni del figlio. Questo raddoppio consente una maggiore flessibilità per affrontare periodi di malattia e garantisce un supporto concreto ai genitori lavoratori, riducendo lo stress e la necessità di soluzioni alternative di cura.

Indennità e retribuzione

L’indennità per il congedo parentale resta pari al 30% della retribuzione media, ma la nuova Manovra prevede anche la possibilità di maggiorazioni in caso di fruizione continuativa o frazionata, così da non penalizzare le famiglie economicamente. Per i genitori autonomi o part-time, le modalità di calcolo rimangono analoghe, con la possibilità di integrare il congedo con altri strumenti di sostegno alla genitorialità, come bonus famiglia o voucher baby-sitting.

Supporto abitativo per genitori separati o divorziati

La prima bozza della Manovra, in arrivo in Senato questa settimana, prevede un sostegno economico per i genitori che devono lasciare la casa familiare di proprietà a seguito di separazione o divorzio. La misura prevede uno stanziamento di 20 milioni di euro all’anno a partire dal 2026.

Il sostegno abitativo è rivolto ai genitori separati o divorziati che non risultano assegnatari dell’abitazione familiare e hanno figli fino al 21° anno di età. L’iniziativa punta a garantire maggiore sicurezza e continuità abitativa per le famiglie in fase di transizione.

Come richiedere il nuovo congedo: guida pratica

Domanda INPS passo per passo

La richiesta avviene tramite portale INPS, accedendo con SPID, CIE o CNS. I documenti necessari includono: certificato di nascita, codice fiscale del genitore richiedente ed eventuali certificazioni mediche. La procedura è semplice e permette di scegliere fra periodi continuativi o frazionati.

Calendario e decorrenza della misura

La misura entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026, con possibilità di usufruire dei giorni aggiuntivi di malattia già a partire dall’anno stesso. I genitori che hanno già fruito del congedo fino ai 12 anni potranno integrare i due anni aggiuntivi senza perdere il diritto acquisito.

Sostegno alle mamme lavoratrici: part-time e incentivi per i datori di lavoro

La prima bozza della nuova legge prevede diverse misure a favore delle mamme lavoratrici, puntando su maggiore flessibilità e incentivi economici per le imprese.

Tra le novità principali c’è la decontribuzione totale fino a 8.000 euro (esclusi premi e contributi) per i datori di lavoro privati che assumono donne con almeno tre figli minorenni, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi.

Per favorire la conciliazione tra lavoro e famiglia, i genitori con almeno tre figli conviventi possono ottenere la priorità nella trasformazione del contratto da tempo pieno a part-time, sia orizzontale sia verticale, fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo. Per i genitori di figli disabili, la priorità non ha limiti di età. Infine, in caso di assunzioni temporanee per sostituzioni di genitori in congedo, il contratto può essere esteso per un periodo aggiuntivo di affiancamento della lavoratrice sostituita, ma comunque non oltre il primo anno di vita del bambino.

Obiettivi della misura: natalità e conciliazione vita-lavoro

Un aiuto concreto alle famiglie italiane

L’Italia da anni affronta una sfida demografica: il calo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione. Estendere il congedo parentale e aumentare i giorni per la malattia dei figli rappresenta un passo concreto per favorire la natalità, poiché dà ai genitori più tempo per prendersi cura dei figli senza perdere il lavoro.

Inoltre, il congedo più lungo permette di gestire meglio le esigenze scolastiche ed extracurriculari dei bambini, migliorando la qualità della vita familiare.

Le parole del Governo e dei sindacati

Il Ministro del Lavoro ha dichiarato: “Questa misura è un segnale forte per le famiglie italiane: vogliamo dare tempo e serenità ai genitori”. I sindacati hanno accolto positivamente la novità, sottolineando l’importanza di tutele concrete e universali, mentre alcune associazioni datoriali hanno espresso dubbi sulla sostenibilità economica.

I benefici per lavoratori e datori di lavoro

Flessibilità e produttività

Un congedo più ampio non è solo un vantaggio per le famiglie, ma anche per le aziende: permette di ridurre il turnover, aumentare la produttività e migliorare la soddisfazione dei dipendenti. I genitori più sereni sono lavoratori più motivati e presenti, con effetti positivi sul clima aziendale.

Smart working e genitorialità

La combinazione di congedo parentale esteso e smart working può rivoluzionare il modo di lavorare. Le aziende che promuovono la flessibilità oraria, infatti, vedranno un aumento della retention e una maggiore capacità di attrarre talenti, con un impatto positivo su innovazione e competitività.

Copertura finanziaria, sostenibilità e disparità di accesso tra settori

Ogni misura di welfare ha un costo: la Manovra prevede un investimento stimato di circa 400 milioni di euro all’anno per garantire l’estensione del congedo e i giorni aggiuntivi di malattia. La sostenibilità dipenderà dal rispetto dei vincoli di bilancio e dalle risorse stanziate dal governo. Purtroppo, non tutti i lavoratori potranno beneficiare allo stesso modo: il settore pubblico dispone già di strumenti più favorevoli, mentre alcuni privati e lavoratori autonomi rischiano di avere difficoltà nell’applicazione delle nuove regole

Confronto con gli altri Paesi europei

Dove l’Italia si colloca in Europa

L’Italia, con il nuovo congedo fino ai 14 anni, si avvicina agli standard dei Paesi nordici, come Svezia e Norvegia, dove i genitori possono usufruire di anni di congedo flessibile e retribuito. Francia e Germania hanno già sistemi avanzati, ma l’Italia rimane indietro per durata e percentuale di retribuzione, anche se sta colmando il gap.

Le raccomandazioni UE

L’Unione Europea invita gli Stati membri a garantire almeno 4 mesi di congedo parentale retribuito per ciascun genitore e politiche di conciliazione lavoro-famiglia. La Manovra 2026 è quindi un passo in linea con le direttive UE e gli obiettivi di parità di genere.

Abbiamo visto come con la Manovra 2026, il congedo parentale fino ai 14 anni diventa un diritto concreto per milioni di famiglie italiane. Oltre alla semplice tutela economica, la misura rappresenta un passo verso una società più equilibrata, dove il lavoro e la genitorialità convivono armoniosamente, con benefici per bambini, genitori e aziende.

In questo modo, l’Italia fa un passo avanti verso la conciliazione vita-lavoro, seguendo l’esempio dei Paesi più avanzati in Europa, e investe nel futuro delle nuove generazioni.