COP30 a rischio flop: dopo Trump ci si mettono anche i prezzi degli alberghi

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HDblog.it Oct 06, 2025 · 1 min read
COP30 a rischio flop: dopo Trump ci si mettono anche i prezzi degli alberghi
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La COP30 in programma dal 10 al 21 novembre 2025 a Belém rischia di essere un flop clamoroso per tanti motivi, dal mancato accordo sugli obiettivi climatici da parte dei Paesi dell'Unione Europea sino alle posizioni negazioniste degli Stati Uniti. Ma a rendere ancora più complicata la situazione è un aspetto all'apparenza bizzarro che tuttavia mina il corretto svolgimento del vertice: i prezzi degli alberghi sono alle stelle.

Sono molte le delegazioni che ancora devono prenotare una sistemazione nella città brasiliana, e a quanto pare più ci si avvicina alla data di apertura della COP30, più i prezzi aumentano sino a risultare insostenibili. Lituania e Lettonia, giusto per restare in Europa, hanno già chiesto di partecipare in videochiamata.

Il problema sembra nascere dai pochi posti letto disponibili, circa 18.000 in tutto per 45.000 delegati in arrivo, tant'è che molti si sono chiesti perché il vertice debba necessariamente tenersi a Belém, quando una città più grande sarebbe stata più attrezzata per sostenere un evento di tale portata. Belém, però, è stata scelta per la sua posizione ai margini dell'Amazzonia, così da sensibilizzare l'umanità sulla fragilità della foresta minacciata dai cambiamenti climatici e dalle attività antropiche.

Gli organizzatori stanno cercando in tutti i modi di convertire motel, navi e persino chiese in alloggi per gli ospiti, il tempo però stringe e come detto diversi Paesi hanno dato forfait: "Abbiamo già deciso che è troppo costoso per noi", ha spiegato il ministro per il clima della Lettonia Kaspars Melnis. Stesso discorso per la Lituania, che ha ricevuto preventivi superiori a 500 dollari a notte per persona.

Il Brasile ha dichiarato che metterà a disposizione 15 camere a meno di 220 dollari al giorno per ciascuna delegazione proveniente da un Paese in via di sviluppo e a meno di 600 dollari per i Paesi più ricchi. In tutto sarebbero 81 le delegazioni ancora in trattativa per trovare una sistemazione: a rimetterci saranno soprattutto i piccoli Paesi insulari che, nel caso in cui non riuscissero a partecipare, non avrebbero l'occasione - avuta invece alla COP29 - di ottenere finanziamenti per l'attuazione di politiche ambientali e di salvaguardia del territorio.